Arrogare

ar-ro-gà-re (io ar-rò-go)

Significato Attribuirsi, pretendere ciò che non è dovuto

Etimologia dal latino arrogare ‘chiedere, attribuirsi’, composto di ad- ‘a’ e rogare ‘chiedere’.

È un verbo di grande importanza, per l’esattezza del suo significato e per la sua fertilità.

Va rilevato innanzitutto che solitamente si trova usato nella forma riflessiva ‘arrogarsi’ - il che è naturale, visto che il suo significato si avvita sul soggetto. Arrogarsi qualcosa significa pretendere o attribuirsi qualcosa che non ci è dovuto o che non ci spetterebbe: mi arrogo il diritto di dire la mia in un affare che non mi compete, mi arrogo il primo posto nella fila anche se non sono il primo arrivato, mi arrogo l’ultima fetta di torta perché scendere sotto il quintale vuol dire deperire.

‘Arrogante’ altro non è che il participio presente di questo verbo: infatti l’arrogante è il presuntuoso e l’insolente che con le sue pretese si vuole imporre come superiore.

L’asprezza di questo termine dà al suo significato il colore di un volere violento - che però, nell’origine latina, era neutro. Addirittura, in diritto romano, l’adrogatio era un antichissimo istituto tramite cui una persona poteva adottarne un’altra che non fosse soggetta a un’altra potestà paterna (e in questo si distingueva dall’adoptio). Poiché il fatto di prendere come figlio un uomo già adulto (magari con famiglia) era un fatto rilevante in seno alla comunità e poteva nascondere doppi fini e frodi, la procedura era piuttosto complessa, e prevedeva un controllo da parte dei Pontefici, dei Comizi curiati e del popolo: come ci svela l’etimologia, vi era una richiesta solenne di attribuzione, che doveva essere vagliata e approvata.

Strano pensare che un termine del genere si sia evoluto con un’opzione negativa così marcata.

Parola pubblicata il 27 Aprile 2016