Assuefazione

as-sue-fa-zió-ne

Significato Dipendenza, abitudine; progressiva diminuzione degli effetti di una sostanza sull’organismo dovuta a una continua assunzione

Etimologia contrazione del latino assuefàcere, composto di assuetus ‘avvezzo, abituato’ e fàcere ‘fare’.

Una parola comune di cui però non sempre si ha chiara l’ambivalenza. Infatti descrive due diversi fenomeni, spesso collegati ma differenti - ossia tolleranza e dipendenza.

L’assuefacere latino ci racconta un ‘rendere avvezzo’, e quindi un ‘abituare’. Così si parla di assuefazione descrivendo la progressiva diminuzione degli effetti di una sostanza sull’organismo che consegue a una costante assunzione - e a cui si accompagna, per mantenere l’effetto, la necessità di assumerne dosi sempre maggiori. In altri termini è il fenomeno per cui la tolleranza alla sostanza, droga o farmaco, aumenta. L’assuefazione dell’eroinomane gli richiede quantità sempre più massicce di eroina per continuare a ottenere il primo effetto, durante la convalescenza l’assuefazione agli analgesici ci ripara sempre meno dal dolore, l’assuefazione all’alcol permette di reggerlo con una certa disinvoltura.

Ma (come abbiamo visto) la situazione in cui ci si espone all’assuefazione-tolleranza, cioè la situazione in cui ci si trova ad assumere una sostanza in maniera costante, può essere e spesso è quella di una dipendenza. Così l’assuefazione abbraccia anche questo significato generale: ci si ritrova per decidere come intervenire sull’assuefazione alla droga dell’amico, si saluta con gioia scherzosa l’invito a cena dell’amica dicendole che ormai siamo assuefatti ai suoi dessert, e si trova una saggia soluzione per l’assuefazione al nuovo gioco sul telefono disinstallandolo.

Parola pubblicata il 16 Agosto 2016