Bovarismo

bo-va-rì-smo

Significato Insoddisfazione che nasce dalla distanza fra la vita che si ha e quella che si vorrebbe

Etimologia dal nome di Emma Bovary, protagonista del celeberrimo romanzo di Gustave Flaubert Madame Bovary, del 1856.

Le inclinazioni di Emma Bovary hanno esercitato una così forte suggestione sull’immaginario comune da dare vita al termine ‘bovarismo’. Il terreno della narrazione di Flaubert era straordinariamente fertile, così questo termine ha acquisito una serie di significati che, a partire dal personaggio, si sono via via astratti prendendo pieghe differenti.

Il nocciolo del bovarismo è l’insoddisfazione: Emma è frustrata dall’esistenza di provincia, e il desiderio di una vita più mondana la porta a estraniarsi in letture romantiche, a vivere al di sopra delle sue possibilità, invischiata in liaison adulterine e sempre più distante da chi è veramente. Tale desiderio non si traduce in azioni forti volte a realizzare la vita a cui aspira, ma resta invece un gioco di finzione - dall’esito funesto.

Ci rendiamo subito conto che gli spunti sono moltissimi: così il bovarismo ha indicato l’anelito di chi vive in provincia per il fervore e le possibilità della metropoli; ha indicato la spinta escapista a evadere dalla realtà - nei libri ma non solo; ha indicato il rifugio in una personalità fittizia. In generale, è quell’insoddisfazione debole e immobile che scaturisce dalla distanza fra la vita che si ha e quella che si vorrebbe.

Un concetto sempre sulla cresta dell’onda - e saper dare un nome a questi fenomeni aiuta a riconoscerli, ed è il primo passo per esorcizzarli.

Parola pubblicata il 16 Maggio 2016