Cabotaggio

ca-bo-tàg-gio

Significato Navigazione lungo la costa

Etimologia dal francese cabotage, da caboter ‘navigare lungo la costa’, derivato di cabo ‘capo’, anche in senso geografico, dallo spagnolo cabo ‘capo’.

  • «Sono impegni di piccolo cabotaggio.»

Primo nodo da sciogliere: ma se questa parola significa ‘navigazione’, che cosa mi dice in più o di diverso? Quali sono le sue sfumature, quale è la connotazione che la rende unica? Posso parlare del facile cabotaggio delle barche che raggiungono paradisi di calette nascoste, o del cabotaggio delle portacontainer da Shanghai a Trieste?

Il cabotaggio è un navigare particolare, che ha dei risvolti figurati importanti in locuzioni che hanno una ricercatezza notevole. È un navigare lungo la costa: questo significato è raggiunto attraverso la semplice allusione a una rotta che va di capo in capo, che quindi prevede tappe in vari porti. È una navigazione commerciale o per diporto, senza distinzione; inoltre c’è chi considera ‘cabotaggio’ solo quello fra porti di uno stesso Stato — ma non sembra una selezione di significato troppo stringente, semplicemente è comune che la navigazione in acque domestiche avvenga vicino alla costa.

Questo procedere per mare ad archi, di porto in porto, ha un unico grosso discrimine: l’ampiezza degli archi. Infatti si distingue fra piccolo cabotaggio e grande cabotaggio. Il piccolo cabotaggio, proprio di natanti piccoli, fragili, incerti, compie archi stretti, fra porti prossimi, rimanendo più sotto costa; invece il grande cabotaggio è una navigazione di respiro più ampio, che tocca capi distanti con balzi più lunghi, tipico di navi che possono permettersi di affrontare mari e viaggi più difficili.
Ora, è possibile che la mente collettiva della lingua non trovi un risvolto più generale e profondo, in questi due opposti cabotaggi?

È naturale che un commercio di piccolo cabotaggio appaia modesto, un’attività di importanza non capitale; così il piccolo cabotaggio diventa figura della scarsa importanza, dello scarso rilievo. Ad esempio possiamo parlare di manifestazioni artistiche di piccolo cabotaggio che vengono organizzate nelle sagre paesane, magari non di grande spicco, ma che creano tessuto sociale; dell’azione di piccolo cabotaggio del politico che vuole riprendersi dopo un crollo di consensi, più sotto traccia, meno in vista; del piccolo cabotaggio della letteratura in cui ci rifugiamo, non quella ingombrante sul proscenio, ma quella più volatile e libera.

Possiamo notare che nella sua dimensione figurata assomiglia alla caratura, o al calibro. Possiamo anche dire che dopotutto è un concetto afferente al livello, alla levatura, allo spessore, alla statura. Ma il cabotaggio — qui sta la sua unicità, nel genere ampio dei suoi sinonimi — non misura cose: piuttosto misura andari, e quindi azioni, modi di compiere certe azioni, modi di esprimere certe nature, certe strategie.

Quando in una frase si trova il riferimento figurato al cabotaggio, l’impressione è di finezza ariosa, di ricerca di una figura non solo elegante e precisa, ma vivida.

Un appunto finale: gira l’ipotesi che il termine ‘cabotaggio’ derivi piuttosto dal cognome di due celebri navigatori veneziani, padre e figlio, Giovanni e Sebastiano Caboto, che fra la fine del Quattrocento e la metà Cinquecento fecero molto nell’esplorazione del Nuovo Mondo. Ma sembra proprio che in realtà la somiglianza col cabotaggio sia una mera coincidenza.

Parola pubblicata il 28 Giugno 2023