Calore

ca-ló-re

Significato Energia termica in transito da un corpo con temperatura più alta ad uno con temperatura più bassa; affetto, cordialità; periodo fertile dell’animale femmina

Etimologia dal latino: calor caldo.

Anche questa è una parola basilare, molto suggestiva e ricca di usi. Ciononostante è da definire bene, perché il calore non è un concetto generico come potrebbe sembrare.

La scienza della fisica ci insegna un calore che è energia in transito: la temperatura, quella sì, è l’energia termica propria del singolo corpo in assoluto - per cui sul livello del mare l’acqua alla temperatura di cento gradi bolle, l’oro fonde quando supera la temperatura dei 1064 gradi e via dicendo, ma il calore è la trasmissione di energia termica da un corpo più caldo ad uno più freddo.

Al solito il paradosso riesce a penetrare ancora più a fondo: esistono corpi con alta temperatura e basso calore, e corpi con bassa temperatura e alto calore. La padella vuota, portata a centinaia di gradi, in pochi secondi dissipa il suo poco calore senza quasi scaldare l’aria; la cittadina portuale del nord non è poi così fredda neppure d’inverno, perché il mare - che se ci metti il piede lo senti gelato - emana un calore immenso.

Allo stesso modo quando si parla del calore di una persona non si deve intendere la sua tempra passionale, o il fuoco che sembra avere dentro quando discute, né quanto è festosa. Si deve intendere l’energia che trasmette. Un oratore flemmatico può avere un calore solare, se sa accendere, ispirare, smuovere; un’accoglienza calorosa non è quella di chi spara petardi dalla gioia e dopo un quarto d’ora non ti parla più, ma quella di chi si mostra interessato, ospitale, di chi ti ha preparato il soggiorno con attenzione; e quando cammini per strada al freddo, vedere una finestra illuminata di luce ambrata ti trasmette il calore di casa, e ti fa allungare il passo per tornarci.

Parola pubblicata il 19 Gennaio 2013