Gentrificazione

gen-tri-fi-ca-zió-ne

Significato Modificazione socio-culturale causata dall’acquisto di immobili da parte di persone facoltose in comunità più povere

Etimologia dall’inglese: gentrification coniata nel 1964 dalla sociologa Ruth Glass, derivante dalla gentry, classe sociale di alto rango.

L’amena campagna, abitata da persone modeste che vivono del proprio mestiere, viene scoperta da facoltosi signori in fuga dalle frenesie della città, che non chiedono altro che una villetta, una vigna, un uliveto per fare l’olio bono, un orizzonte da guardare. Tempo pochi anni e chi ha sempre vissuto lì - fra affitti, prezzi delle case e costo della vita in impennata - non può più permettersi di viverci. E se ne deve andare. La ridente località si è così gentrificata: le famiglie allargate, la vita di paese, la genuinità del vivere sulla terra avita sono un ricordo.

Nel frattempo in città il centro si svuota, negli appartamenti abbandonati si ammassano a basso costo immigrati o disagiati, i proprietari non possono permettersi la manutenzione, il degrado entra in un circolo vizioso; ma non disperiamo: fra qualche decennio la gentry tornerà a plastificare il centro, i prezzi risaliranno, in campagna ci rifiniranno i poveracci - o magari in una periferia cittadina, che quando verrà rimessa in sesto con qualche profumato intervento pubblico attirerà a sua volta la gentry, col resto della società che di volta in volta continua a colare negli interstizi dei relitti.

Come fenomeno forse non lo sentiamo molto nostro, lo reputiamo più tipico delle megalopoli americane, dove oggi un quartiere è un asilo di raccattati e domani diventa il più in e costoso della città. Ma se ci guardiamo intorno non avremo difficoltà a riconoscerne i segni: qui a Firenze è montante - e per questo va conosciuto il fenomeno, e saputo chiamare: si ha potere sui demoni quando se ne conosce il nome.

Parola pubblicata il 13 Ottobre 2011