Mångata

Le parole intraducibili

Significato Riflesso della luna sull’acqua, simile a una strada

Etimologia voce svedese, composta dai sostantivi måne ‘luna’ e gata ‘strada’.

È una parola svedese, una lingua germanica, che condivide molte caratteristiche con le altre lingue di questo gruppo, ma che si è differenziata molto per quanto riguarda la fonologia.

Cominciando ad osservare il termine si nota subito una particolarità, ovvero che la ‘å’ è caratterizzata da un piccolo cerchio collocato sopra di essa: questa particolare vocale nell’alfabeto svedese è ordinata subito dopo la ‘z’ ed è la terzultima lettera dell’alfabeto. In svedese assume il suono di una ‘o’ chiusa italiana, mentre in danese e norvegese lo stesso simbolo indica una ‘o’ aperta.

Dopo aver spiegato la pronuncia di questa vocale, possiamo notare una serie di somiglianze tra la parola måne e der Mond tedesco, o moon inglese, tutte con il medesimo significato di “luna”.

Passiamo ora al secondo elemento del composto, gata, cioè “strada”, che si può ricondurre al tedesco Gasse “vicolo, strettoia” e all’inglese gate “cancello”.

Inoltre, è ormai evidente che, come le lingue con essa imparentate, anche quella svedese è una lingua in cui le parole composte sono molto produttive; in particolare, proprio gata si presta alla formazione di diversi termini: così la “strada del villaggio” è bygata, isgatan è la “lastra di ghiaccio” e la Vintergata è quella che in italiano chiamiamo “Via lattea”.

Passando ad esaminare l’aspetto semantico, scopriamo che il significato di Mångata è molto suggestivo, e indica “il riflesso della luna in uno specchio d’acqua”, cioè il fascio di luce che produce la luna nel momento in cui viene riflessa in un corso d’acqua; e non è dunque questa, letteralmente, “la strada della luna”? (Evidentemente, noi Italiani non siamo i soli a struggerci quando sul mare luccica l’astro d’argento.)

Parola pubblicata il 28 Giugno 2016

Le parole intraducibili - con Carlotta Lancia

Con Carlotta Lancia, giovane laureata in Glottologia e Linguistica a "La Sapienza", un martedì ogni due vedremo il mito di una "parola intraducibile" - fra comparazione linguistica, bufale e significati sorprendenti.