Obolo

ò-bo-lo

Significato Antica moneta greca; piccola offerta di denaro

Etimologia dal greco: obolos, da obelos spiedo: prima di essere una moneta, l’obolo fu un oggetto - uno spiedo metallico - con funzione monetale, e anche un’unità di peso.

L’obolo ha caratterizzato un’unità monetaria relativamente modesta: ne servivano sei per fare una dracma, e anche in tempi più vicini a noi, come durante il medioevo, ha continuato ad indicare la frazione di una moneta di maggior valore. Ad esempio, nella cultura greca, era la moneta che veniva posta nella bocca dei defunti in pagamento a Caronte, perché ne traghettasse l’anima al di là dell’Acheronte.

Visti i nobili natali classici, l’obolo, pure a distanza di secoli, è riuscito a rimanere vivo nella lingua, come piccola quantità di denaro per antonomasia. Si potrà quindi dire che dando un obolo al mendicante ci si sente con la coscienza più a posto; per un lavoro lungo e complesso ci vedremo generosamente offrire un obolo; nei riti della beneficenza ciascuno è chiamato a dare il proprio obolo.

Rileviamo che si tratta di una somma ideale così piccola che si accosta naturalmente all’idea di carità: anche se l’obolo di per sé non implicherebbe l’offerta in elemosina, le due immagini tendono a convergere.

Parola pubblicata il 26 Giugno 2013