Omeostasi

o-me-ò-sta-si

Significato Capacità degli organismi viventi di mantenere stabili le condizioni interne al variare di quelle esterne

Etimologia voce costruita dal greco homoios simile, stesso e stasis fissità. Che resta uguale.

Il clima può avere gli sbalzi peggiori, dal gelo al caldo torrido, ma al nostro interno la temperatura non cambia mai, se non in condizioni patologiche. Questa è una declinazione dell’omeostasi.

Si tratta di una delle cifre più interessanti della vita, anzi, forse è il carattere primo, il denominatore comune di tutti gli esseri viventi: la capacità di mantenere una stabilità interna a dispetto delle variazioni esterne; in altri termini, l’omeostasi rende il nostro corpo temporaneamente immune all’entropia, un paradiso di ordine. Non abbiamo idea di quanto dovremmo andare fieri dei nostri dispositivi omeostatici.

Si tratta di un concetto clamorosamente importante, che può invitare estensioni figurate, filosofiche, ben al di là del lessico biologico: pensiamo all’omeostasi degli stoici, che restano imperturbabili davanti al peggior dolore, o all’omeostasi mentale ricercata dall’artista marziale, che affronta il combattimento con un cielo sereno dietro la fronte. A paragone con attributi di analoga specificità, quali l’atarassico o il catastematico, pone l’accento sull’invariabilità della situazione interna rispetto all’esterna: una descrizione fisica, un’osservazione precisa, senza sbavature.

Parola pubblicata il 27 Novembre 2014