Perorare

pe-ro-rà-re (io pè-ro-ro)

Significato Parlare in favore, sostenere, difendere

Etimologia dal latino perorare, composto da un per- intensivo e da orare ‘parlare, dire in pubblico’.

Ecco una di quelle belle parole che può essere usata facilmente per conferire precisione e ricercatezza a un discorso.

L’origine latina ce la presenta come un parlare in pubblico con una certa intensità: in particolare la peroratio, nella retorica classica, era la parte finale di un’orazione, un epilogo in cui si riprendevano le fila di tutto il discorso cercando di far leva sui sentimenti dell’uditorio, ispirandolo - e dando il calcio finale. Astratto dalla struttura classica dell’orazione, il perorare mantiene questi connotati di forza e fervore.

Va notato che questo verbo può essere usato sia come intransitivo sia come transitivo, con una leggera differenza di significato. In due semplici esempi, perorare in difesa di qualcuno significa parlare in suo favore, mentre perorare una causa significa sostenerla. Ma queste sono delle locuzioni quasi cristallizzate, e si può usare un po’ più di fantasia.

Quando la scelta di un amico viene criticata in sua assenza, ecco che balziamo in piedi e peroriamo censurando il parlare alle sue spalle; molte volte il perorare teatrale dell’avvocato è più rivolto al compiacimento del cliente che al convincimento del giudice; si perorano le bizzarrie del regista davanti a chi pare non coglierne la profondità; e nella disquisizione culinaria su una certa ricetta si perora l’opportunità di scegliere l’aglio invece della cipolla.

Nota di pronuncia: va bene sia ‘io pèroro’, sia ‘io peròro’. La prima, e più comune, è un esito popolare, mentre la seconda cela l’opzione per la pronuncia latina.

Parola pubblicata il 15 Novembre 2016