Stoico

stòi-co

Significato Dello stoicismo; che o chi affronta e accetta con fermezza il dolore o la sorte avversa

Etimologia dal greco stoikós, che prende il nome dalla Stoà Pecìle, portico di Atene sotto cui Zenone di Cizio, fondatore della scuola stoica, impartiva le sue lezioni.

Quella stoica è una filosofia complessa, che ha attraversato grossomodo sei secoli di storia - dal III secolo a.C al III d.C. - andando a toccare le tre discipline di logica, fisica ed etica. E sono proprio i caratteri di questa etica a rappresentare il nucleo del significato che oggi viene attribuito all’aggettivo “stoico”.

Secondo il pensiero stoico la ragione è virtù, ed è vizio la passione. Certo può parere un approccio freddo alla vita, ma tutt’altro che disinteressato: lo stoico non era ascetico, anzi trovava la sua suprema vocazione nell’impegno politico. Questa freddezza - meglio detta atarassia - aveva una dimensione tutta interiore, che mirava a sradicare ogni movimento dell’animo che potesse turbare la lucidità della ragione, e quindi l’armonia fra sé e il mondo. Il sentire più macroscopico che viene in considerazione in questo discorso è il dolore, psichico ma anche fisico: si diceva che il vero stoico mantenesse la sua serenità anche sotto tortura.

Così oggi quando si parla di un atteggiamento stoico, o di una persona stoica, si intende mettere in luce la sua ferma imperturbabilità davanti a qualunque evento avverso, davanti a ogni dolore. Una qualità che secondo il nostro sistema di valori presenta luci e ombre: da un lato vivere le passioni è un bene che riempie la vita, dall’altro si ammira chi riesce a essere roccia nella tempesta. Ma diciamo che, in un mondo come il nostro, voler trovare la pecca in un coraggio razionale, in una scelta di limpidezza, in una morale coerente e tetragona, è cercare il pelo nell’uovo - con buona pace di tutte le belle passioni.

Parola pubblicata il 01 Ottobre 2014