Anabasi

a-nà-ba-si

Significato Spedizione che parte dalla costa diretta verso il centro di un territorio

Etimologia dal greco: anabasis, dal verbo anabaino salire.

Questa parola vive quasi esclusivamente nel nome di due specifiche opere storiografiche dell’antichità: l’anabasi di Senofonte e quella di Arriano. Nella prima (siamo nel IV secolo avanti Cristo) Senofonte narra delle peripezie di un’armata di diecimila mercenari greci, di cui lui stesso fece parte, dapprima al soldo di Ciro il Giovane con lo scopo di strappare il trono di Persia al fratello Artaserese II, e successivamente, dopo il fallimento a causa della morte di Ciro, in fuga verso il Ponto Eusino, cioè il Mar Nero. Nella seconda, Arriano parla invece dell’anabasi di Alessandro Magno, facendo un resoconto della spedizione di Alessandro alla conquista dell’Asia.

Il concetto è molto affascinante, quasi archetipico: pensare a una spedizione che dalla costa si inoltra nell’entroterra ci porta in cuore sentimenti di avventura, la curiosità dell’esplorazione - e davanti agli occhi abbiamo già paesaggi mai visti. È un peccato che un concetto del genere non trovi modo di entrare nella lingua al di là delle opere di Senofonte e di Arriano, anche perché si potrebbe prestare a varie estensioni. Pensiamo a quando ci si iscrive all’università: è l’inizio di un’anabasi nel cuore di una materia sconosciuta; pensiamo a quando si inizia una terapia presso uno psicologo: può essere l’inizio dell’anabasi di una fobia o di un disagio; e pensiamo anche ad una discussione che diventa una vera anabasi di una certa argomentazione, o all’anabasi che inizi quando ti innamori di qualcuno.

Parola pubblicata il 15 Aprile 2013