Anestesia

a-ne-ste-sì-a

Significato Assenza di sensibilità; eliminazione della sensibilità, e pratica medica con cui è ottenuta

Etimologia dal greco anaisthesìa, composto da un an privativo e àisthesis ‘sensazione’.

A questa parola riconduciamo quasi esclusivamente i significati che ha acquisito nel lessico medico. In quest’ambito, l’anestesia descrive in primis l’assenza di sensibilità di una parte del corpo, provocata da una patologia, da una lesione, od opportunamente indotta. Ma non solo: indica anche l’eliminazione stessa della sensibilità, e la pratica medica con cui questo effetto è raggiunto. In altri termini, ha sia significati statici, sia significati dinamici: così si sente parlare dell’anestesia del piede in seguito alla lesione di un nervo, come anche delle complicazioni che possono insorgere in seguito all’anestesia. Sono usi davvero comuni - ovviamente dovuti al pervasivo contatto col mondo della medicina.

Però l’anestesia quale assenza di sensazioni può anche essere usata al di fuori di questo campo: possiamo conferire a questa parola un respiro più ampio. Ad esempio possiamo parlare dell’inaspettata anestesia della platea davanti allo spettacolo solitamente di successo, si può parlare dell’anestesia di una generazione davanti alla rappresentazione della violenza, o dell’anestesia generale davanti a certi drammi umani. L’anestesia si differenzia dall’apatia perché rappresenta un carattere più fisico - non un atteggiamento mentale di inerzia o indolenza. E raccontare l’assenza di sensibilità con un termine più strettamente legato alla fisicità raggiunge un risultato di incisività e potenza davvero notevole.

Parola pubblicata il 05 Giugno 2016