Apofatico

a-po-fà-ti-co

Significato In filosofia, di giudizio che esprime una negazione; approccio teologico secondo cui la divinità è intellettualmente inconoscibile

Etimologia dal greco apophatikos, derivato di apophasis negazione, composto di apo che indica allontanamento e phemi dico. Lontano dal dire.

Una parola poco nota ma molto importante.

Certamente può essere usata come sinonimo aulico (estremamente aulico) di “negativo”, col pregio, comune alle parole di questo tenore, di essere sempre straordinariamente garbata e non aggressiva. Si può commentare una proposta di legge con una critica apofatica, sottolineando che cosa c’è che non va; quando si chiede all’ospite se gradisce qualcosa di particolare per cena, si può ricevere una risposta apofatica, con cui ci dice che cosa non gradirebbe per cena (è una buona forchetta ma ha un’allergia); e una libertà può essere circoscritta da regole apofatiche - che pongono qualche paletto di illiceità pur restando lontane dall’ingerirsi su come si debba esprimere.

Questa parola però ha trovato particolare fortuna in teologia, con un significato specifico: l’apofatismo è l’approccio teorico di chi non crede che si possa definire o comprendere affermativamente la divinità tramite la ragione, ma si possa solo dire che cosa non è. In ultima analisi, questo approccio implica il silenzio della ragione davanti all’intuizione preintellettuale della divinità - una vibrante contemplazione dell’incomprensibile, delle zone d’ombra che la nostra mente non può penetrare, degli interstizi e delle crepe da cui si scorgono le impensabili aporie che reggono il nostro mondo - l’infinito, il tempo, la coscienza, il nulla.

Parola pubblicata il 08 Luglio 2014