Autoironia

au-to-i-ro-nì-a

Significato L’ironizzare su sé stessi

Etimologia composto di auto- e ironia.

Si può credere che i nomi delle grandi virtù e delle attitudini retoriche, che portano in parte massima nomi greci, siano quanto i Greci antichi. Non è sempre così.

Certi dizionari riportano come data di attestazione della parola ‘autoironia’ l’anno 1983; e anche se facendo una rapida ricerca si può spostare indietro nel tempo questa data, non sembra si arrivi a prima del ‘70. Certo non sono altrettanto recenti i due elementi che la compongono, ma è strano rilevare che l’intera nostra letteratura, a parte le opere degli ultimi cinquant’anni, ha dovuto farne a meno.

Ovviamente l’autoironia esisteva anche prima, anche se non era sintetizzata nel termine specifico che conosciamo: è l’ironia rivolta su sé stessi. Sappiamo che la finzione ironica, il ribaltamento compiuto dall’ironia, consiste essenzialmente nel dire il contrario di ciò che si pensa - e in questa veste l’ironia è una figura retorica - ma più in generale possiamo dire che si fa ironia quando si adombra un concetto esprimendolo con significati diversi dal consueto, se non proprio opposti. Si tratta di uno strumento potente, l’agilità di pensiero a cui costringe permette di illuminare l’insolito, il sottile e l’occulto, divertendo, criticando - roba da comici, roba da filosofi.

Ebbene, quando volgiamo questo mezzo su noi stessi il gioco si fa in un certo senso più semplice, perché non tiriamo in ballo altri o altro che possano patire offesa, ma anche più difficile, perché prendersi in giro è un affare impegnativo anche per i più saggi. Con l’autoironia rigiriamo come tartarughe i nostri caratteri, le nostre tendenze, i nostri comportamenti, li rendiamo esposti, e perciò affrontabili, se non innocui; l’autoironia non ce ne libera, ma permette di giocarci - una prospettiva perfino migliore. Il collega che esercita una studiosa autoironia riesce a presentare nella giusta luce il suo successo e il suo fallimento, parlare della malattia con autoironia alleggerisce e trasforma il dramma, l’orazione che non trascura note di autoironia suscita un’empatia rilassata, una partecipazione ridente.

Quando si parla di parole difficili, forse, dovremmo pensare a parole come questa: dirla e capirla è facile, ma il premio è promesso solo a chi la esercita.

Parola pubblicata il 01 Gennaio 2019