Badiale

ba-di-à-le

Significato Relativo a una badia; grande, grosso, florido, ingombrante

Etimologia derivato di badia, variante di abbazia, dal latino tardo abbatia, derivato di abbas ‘abate’.

Badie e abbazie costellano città e campagne delle nostre terre, e per quanto i due nomi paiano diversi, ‘badia’ è il risultato dell’aferesi della vocale, vista come parte dell’articolo (la badia, l’abbadia, l’abbazia), quindi sono varianti. Descrivono monasteri con un alto grado di autonomia: per tutto l’Alto Medioevo badie e abbazie furono non solo i luoghi in cui comunità religiose conservavano la cultura antica producendone di nuova, ma anche centri economici capitali. Tale era la capacità di attrarre e generare ricchezza che, come possiamo ammirare ancora oggi, i molti, articolati edifici delle abbazie raggiungevano volentieri un’opulenza sconveniente, insieme col tenore di vita dei monaci (in questo nessuno superò i cluniacensi).

Durante il Rinascimento, finita l’epoca d’oro delle badie, l’aggettivo che banalmente doveva descrivere qualcosa che ad esse fosse relativo, che fosse loro proprio - ‘badiale’ - emerse con un significato figurato che fa qualche goduto passo nel dissacrante. Il badiale, con in mente la prosperità chiattona e la magnificenza di spazi che il solo nome della badia sapeva evocare, prende giusto i significati figurati di grande e grosso, e di florido e grasso, e ancora di pacioccone, di buontempone, e d’ingombrante. Accomodandomi sulla panchina mi scuso se col mio sedere badiale staremo un po’ strettini, per disattenzione un errore badiale passa inosservato fin quando all’ultimo tutti si mettono le mani nei capelli, andiamo sempre da quel gelataio perché fa dei coni badiali, e veniamo ricevuti come ospiti dagli amici con un’accoglienza badiale.

Per quanto le badie siano inserite nel tessuto dei nostri territori, oggi difficilmente questi caratteri ci spiccano agli occhi come accadeva un tempo. Usare le parole che raccontano i caratteri della loro (per così dire) gioventù contribuisce a tenercele in mente come organi vivi, e non monumenti. E poi badiale fa ridere, sempre che nella foga della pronuncia non ci esca simile a ‘maiale’ o ‘banale’: in questo ci aiuta la dieresi, non si dice ‘ba-dià-le’, ma ‘ba-di-à-le’, la ‘a’ va separata bene.

Parola pubblicata il 19 Agosto 2018