Carrambata

car-ram-bà-ta

Significato Situazione che rievoca gli eventi del programma televisivo “Carràmba che sorpresa”, in cui amici e parenti che non si vedevano da molto tempo venivano fatti incontrare di nuovo

Etimologia dal nome del programma televisivo “Carràmba che sorpresa”, andato in onda nella seconda metà degli anni ‘90, condotto da Raffaella Carrà: il nome del programma gioca sull’unione fra il nome della presentatrice e l’esclamazione caramba, che esprime meraviglia.

“Carràmba che sorpresa” è un programma televisivo che ha furoreggiato nel palinsesto italiano fra il ‘95 e il 2000, raggiungendo un numero di ascolti stratosferico e inaugurando un format di enorme successo. Il programma consisteva nel far ricongiungere famigliari o amici che non si vedevano da decenni, o nel fare incontrare l’ammiratore sfegatato e il suo idolo: insomma, era un tipo di televisione densissimo di emozioni ma… non propriamente alto. Faceva aggio sui toni del patetico per fare impennare lo share, e l’atmosfera di calore e sicurezza che la caratterizzava era ricercata attraverso ritualità stereotipate (“E dopo tanti anni, Gervasio… È QUI!!!”). Inoltre le malelingue sostenevano che tanti dei ricongiungimenti fossero finti: costruiti da autori e recitati da attori.

Ad ogni modo, “Carràmba che sorpresa” ha creato un paradigma emozionale che oggi possiamo ironicamente significare con la carrambata. Se non ci vediamo da anni e sono di passaggio in città, vengo sotto casa tua e ti faccio una carrambata; se dal veterinario vengo a sapere di qualcuno che ha preso con sé il fratello del mio cane trovatello, lo vado a trovare e facciamo una carrambata per i cani; se mentre l’oratore sta parlando viene interrotto da una tipa che gli dice di essere la sua fidanzatina delle elementari - e di seguito parte un applauso ìlare e commosso -, eccoci nel mezzo di una carrambata.

Non è certo una parola seria; ciò non toglie però niente al suo valore - che è altissimo, sia perché è una parola buffa e vivacissima, sia perché può appoggiarsi ad un vissuto nazionale recente e sentito.

Parola pubblicata il 10 Giugno 2013