Cavatina

ca-va-tì-na

Significato Nel melodramma, aria di entrata in scena di un personaggio, o posta alla fine di un recitativo; trovata acuta con cui si risolve una difficoltà

Etimologia diminutivo di cavata, cioè l’azione del cavare, dell’estrarre.

Questa parola vive su due binari semantici, che nascono dalla stessa immagine: la cavata, cioè il cavare, l’estrazione.

Nel gergo musicale la cavata ha un significato peculiare: è l’atto di trarre un suono da uno strumento (specie a corde), e per estensione la qualità di quel suono. A esempio, si può notare la grazia della cavata di un violinista esperto, o il corpo della cavata di un violoncello opera di un liutaio straordinariamente bravo. Da questo significato, volto al diminutivo, nasce la cavatina intesa come aria d’entrata di un personaggio nel melodramma: è una presentazione, un brano in cui il cantante mostra la sua presenza scenica e la sua voce - quasi si trattasse di una piccola prova della cavata di uno strumento.

Per estensione si può parlare della cavatina del professore titolare del corso che apre con un discorso di circostanza per poi lasciare tutto in mano ai dottorandi, o dell’amico istrionico che si presenta a metà serata con una magnetica cavatina.

Il secondo binario semantico prende forza dall’azione del cavare nel senso di “togliere”, in particolare di togliere d’impaccio. Così si arriva a intendere per cavatina una trovata callida, ingegnosa, con cui si riesce a levarsi da una situazione problematica. Con la cavatina di una finta telefonata importante si può abbandonare il convegno noioso, e la trama complicata del film viene risolta con una cavatina buffa.

Parola pubblicata il 09 Ottobre 2014