Chimico

chì-mi-co

Significato Relativo alla chimica; ottenuto in laboratorio, non naturale; chi studia o lavora nell’ambito della chimica

Etimologia dal latino medievale chimia ‘alchimia’, giunto a noi attraverso il francese chimie ‘chimica’ e poi chimique.

In questa parola, così comune, c’è un profilo particolarmente interessante da considerare: oltre al significato generale per cui ci parla di qualcosa di relativo alla chimica (o di qualcuno che opera nel settore), è usata come qualificazione contraria a ‘naturale’ - e questo aspetto merita di essere osservato, perché è piuttosto buffo.

Infatti a ben vedere non solo la vanillina di sintesi, ma anche il prezioso baccelletto di vaniglia - proprio quello che cogliamo con grave rischio da un albero proteso su uno scrosciante torrente nel cuore selvaggio dell’isola di La Réunion sui cui l’odorosa orchidea si arrampica, nel ronzio delle api - ha un aroma che è tutto chimico. Insomma, questo aggettivo è un campione ben strano nell’opposizione alla qualità del ‘naturale’, visto che è difficile trovare nella natura qualcosa che non sia regolato e prodotto in modo capillare da fenomeni chimici. Viene da chiedersi come nasce questa opposizione tanto diffusa nell’uso corrente.

L’aggettivo ‘chimico’ ci descrive in questo caso qualcosa di artificiale, che in particolare è ottenuto in laboratorio attraverso processi chimici; e in questo scorcio si può riconoscere il secolare giudizio maturato nei confronti non della chimica ma dell’alchimia (in arabo al-kīmīyāʾ è la pietra filosofale). L’alchimista, per un occhio sospettoso ai tempi largamente condiviso, sovverte le leggi della natura, adultera l’ordine naturale nelle sue superbe ricerche. E anche se il chimico lavora, umile e industrioso, con i soli processi permessi proprio dalle leggi di natura faticosamente afferrate, si porta dietro questa eredità di giudizio. Se diciamo che una merendina è chimica, adombriamo la silhouette del bieco alchimista che gioca a fare dio gonfiando e aromatizzando i pandispagna fra vapori colorati secondo ricette proibite, opposta in ideale e fatale duello alla nonna col grembiule che spiana la frolla e fa la marmellata con le albicocche dell’albero.

È un aggettivo che così, nella sua generalità, si presta a questo uso improprio, se non ingiusto: forse nell’opposizione fra naturale e artificiale (che spesso è utile significare e rimarcare) non è il caso di far colare il chimico. Altrimenti si rischia di passare per persone che borbottano contro l’alchimista perché è blasfemo.

Parola pubblicata il 03 Gennaio 2019