Degente

de-gèn-te

Significato Che trascorre i giorni in un certo luogo, specie per malattia

Etimologia dal latino degens, participio presente di dègere ‘trascorrere, passare la vita’, derivato di àgere ‘agire, condurre, trascorrere’.

Anche questa parola è molto più di quel che pare.

È un termine che ci chiama alla mente la corsia luminosa e ingombra dell’ospedale, la suola di gomma che squittisce sul vinile del pavimento mentre la attraversiamo e sentiamo nelle camere i degenti che fanno le parole crociate ad alta voce. Il degente che ci rappresentiamo è infermo, e ricoverato.

Ora, questa parola è stata recuperata dal latino nell’Ottocento in ambito burocratico, e se guardiamo all’origine latina troviamo un verbo generale e ben tornito: il verbo dègere, di cui degente è participio presente, aveva il significato di ‘trascorrere’, ‘passare la vita’. Per noi questo ‘trascorrere’ è diventato il passare il tempo in un certo posto, di solito un ospedale e per via di una malattia, ma per esempio in passato erano detti degenti anche i carcerati, o gli abitanti di un luogo - tutti, a vario titolo, trascorrenti la vita in qui determinati.

La lingua burocratica, non senza resistenze da parte dei puristi, ha recepito una parola originariamente vasta con dei significati molto selezionati, tanto che sarebbe strano, fuori di poesia, parlare dei degenti nel traffico, dei degenti che ciondolano nelle aule della scuola, o dei degenti che d’estate popolano il paesino di montagna. Ciò non toglie che in ambito medico, l’unico in cui questa parola sia comunemente usata, ‘degente’ rappresenti una risorsa aggraziata e delicata per significare una condizione che merita riguardo anche nel modo in cui la si chiama.

Parola pubblicata il 13 Febbraio 2018