Deiscenza

de-i-scèn-za

Significato In botanica, proprietà di certi apparati vegetali di aprirsi spontaneamente; in medicina, riapertura di una ferita suturata

Etimologia da deiscente, voce dotta recuperata dal latino dehiscens, participio presente di dehischere ‘spaccarsi, aprirsi’.

Ancora una volta siamo davanti a una parola poco nota che significa qualcosa di ben noto, quotidiano, e tanto suggestivo. (Scoprire questo genere di parole dà un gran letizia.)

Pensiamo al fico maturo, che sensualmente si fessura e ci invita a coglierlo prima che vi entrino le vespe; pensiamo al baccello che si squarcia appena, lasciando intravedere le fave al suo interno. Questa è la deiscenza. La proprietà che hanno certi apparati vegetali chiusi di aprirsi spontaneamente: se il verbo ‘deiscere’ ci suona desueto, ce la possiamo far suonare come un’ipotetica ‘aprenza’. Peraltro non è una parola che vive propriamente solo in botanica, ma anche in medicina, dove meno simpaticamente diventa la riapertura della ferita che era stata suturata: la deiscenza del taglio ricucito è una complicazione post-operatoria, l’assoluto riposo scongiura la deiscenza. Ora, come s’immagina una suggestione del genere invita dei significati figurati: per esempio il detto verbo ‘deiscere’, oltre ai singificati di ‘aprirsi, spalancarsi’, aveva anche quelli di ‘stupirsi, meravigliarsi’ - aperture delle più belle e profonde. E anche se quel ramo è ormai secco, possiamo trarne ispirazione.

Possiamo parlare della deiscenza di una curiosità, naturalmente allargata da un’esperienza eccitante; della deiscenza di un’idea matura che si spalanca a spargere semi; della deiscenza della persone timida che finisce per aprire la sua intimità; di come il lavoro paziente, senza fretta, attende sicuro la deiscenza di una realizzazione.

Questo è il potere della deiscenza: significare un’apertura spontanea, volentieri fertile. Non è di certo la parola che usiamo più spesso, ma significa un fenomeno, una proprietà che è ben presente nella nostra osservazione del mondo - ed è bello avere una parola così esatta.

Parola pubblicata il 18 Marzo 2018