Efferato

ef-fe-rà-to

Significato Feroce, crudele, inumano

Etimologia voce dotta recuperata dal latino efferatus, participio passato di efferare ‘rendere selvaggio’, derivato di ferus ‘feroce’.

“Un delitto efferato”. Usandolo solo in espressioni di questo genere, sostanzialmente si manda l’efferato in pensione, relegandolo in locuzioni stereotipate. E visto il potere di questa parola, non è il caso.

L’efferato - ripreso e rivisitato dal latino nel XIV secolo - è il crudele, l’inumano, il feroce: e proprio al feroce ce lo accosta l’etimologia, essendo anch’esso un derivato del latino ferus, attraverso il verbo efferarerendere selvaggio, abbrutire’. Quindi l’efferato è letteralmente la qualità di ciò che trasgredisce dall’umano al bestiale. Ovviamente questa è una qualità che troviamo spesso nel crimine, specie nel crimine violento, che incrudelisce - per cui l’omicidio efferato scuote la cittadina, e il delitto efferato impegna gli inquirenti con una pressione mediatica notevole. Ma il caso del crimine non è certo il solo in cui questo carattere bestiale e inumano emerga.

Con un estro che voglia cogliere la pienezza dell’efferato, possiamo parlare della sincerità efferata con cui si esprime un giudizio dilaniante e privo di sensibilità, del riso efferato eccitato da un umorismo nero, della soddisfazione efferata che trovano certe persone nel compiere un torto gratuito. Così recuperiamo un efferato che, con la sua ferocia, abbrutisce, allontana irrimediabilmente dall’umana compassione. In altri termini, l’efferato non ha solo effetti su chi lo subisce, ma anche su chi lo compie: e questa è una dimensione ricca, quella che fa dell’efferato un aggettivo sintetico e potente.

Parola pubblicata il 24 Febbraio 2018