Erostratismo

e-ro-stra-tì-smo

Significato Ansia di sopravvivere nella memoria dei posteri

Etimologia dal nome di Erostrato, pastore che diede alle fiamme il Tempio di Artemide ad Efeso al fine di passare, in qualche modo, alla storia.

Il tempio di Artemide ad Efeso, nell’attuale Turchia, fu costruito verso la metà del VI secolo avanti Cristo. Si trattava di un’architettura imponente, che ricostruzioni ottocentesche volevano fosse l’esempio più stupefacente del classico tempio ionico. Ricostruzioni più recenti ci mostrano invece un’architettura lievemente diversa - più vicina ad un colossale cortile circondato da colonne -, ma visto che i resti sono scarsissimi è difficile a dirsi come fosse davvero.

Ciò che nella lingua resta associato a questa Meraviglia del Mondo antico è il modo in cui fu distrutta (la prima volta, giacché a più riprese e per differenti motivi fu ricostruita e riabbattuta). Correva l’anno 356 a.C; Erostrato era un pastore di Efeso in là con gli anni, che aveva una smodata ansia di farsi ricordare eternamente; quindi si decise a compiere l’insano gesto di incendiare quel meraviglioso tempio. In questo modo sarebbe certamente stato ricordato da tutti - nel male, ma per sempre. E nonostante tutti gli editti volti a censurarne il nome, così è stato.

Con erostratismo si intende quindi un’ansia smaniosa di passare alla storia, in un modo o nell’altro: è un concetto un po’ lontano dall’odierna ricerca dei celebri quindici minuti di fama, ma resta comunque di importanza capitale - fosse anche solo per comprendere lo spirito dei nostri tempi. In effetti, in questi anni riesce difficile pensare a esempi di erostratismo - se non ad un erostratismo effimero, purgato dell’eternità.

Ma sorge una domanda: perché la dea Artemide permise che il suo sublime tempio venisse distrutto? Perché, si dice, era troppo impegnata a vegliare sulla nascita di un bambino, che proprio quella notte venne al mondo: Alessandro Magno.

(Comunque la immaginate quella notte? Il superbo tempio avvolto da fiamme altissime che illuminano di lampi arancioni tutta la città, che lo divorano e lo fanno crollare pezzo a pezzo, ed Erostrato che ride come un pazzo prima di essere catturato e messo a morte: non si può certo buttare via il sublime solo perché è terrificante).

Parola pubblicata il 20 Dicembre 2013