Fatalista

fa-ta-lì-sta

Significato Chi si sottomette agli eventi senza contrastarli, considerandoli ineluttabili

Etimologia da fatalismo, giunto attraverso il francese fatalisme dal latino fatus ‘fato, destino’, ma originariamente ‘oracolo’. Infatti deriva da fari ‘pronunciare, parlare’.

Una parola affascinante, utile, su cui possiamo dardeggiare qualche interessante riflessione.

Si dice fatalista chi accolga gli eventi, positivi e negativi, come effetto di un’ineluttabile volontà superiore, come immodificabilmente posti dal destino. In altri termini, è chi si adegua a ciò che gli accade come si farebbe con un fato già scritto - o, etimologicamente, pronunciato da un oracolo. Insomma, se il vaticinio ha detto qualcosa, inutile la disperazione, immeritata la gioia.

Notiamo che è una parola ambivalente: da un lato il fatalista è forte di una serenità adamantina e incrollabile, dall’altro è abbandonato a ciò che succede come un ramo nei flutti, accetta ogni cosa senza scuotersi e tentare di riscattarsi con le unghie e con i denti. Allora si può notare l’atteggiamento fatalista di una popolazione colpita da un cataclisma naturale, si può parlare del fatalismo davanti a una malattia, e per la serata si accetta con fatalismo la scelta di una pizzeria che non ci va a genio.

Parola ambivalente, sì, ma che fuori d’ironia soffre di un dato ineludibile: il fatto che il fato non esiste. Il fatalista si arrende a un disegno che lui racconta e ricostruisce.

Parola pubblicata il 13 Settembre 2015