Feccia

féc-cia

Significato Deposito che si forma sul fondo di un recipiente che contiene un liquido, specie vino; la parte peggiore

Etimologia dal latino faex (al genitivo faecis) deposito, scarto.

Questa parola, che condivide la medesima radice di feci, descrive il deposito che precipita sul fondo del recipiente a mano a mano che il liquido contenuto si chiarifica. L’esempio classico è quello della feccia del vino che resta sul fondo della botte, ma tutti abbiamo in mente a esempio anche la feccia in fondo alla bottiglia d’olio.

La sorte di questa parola è curiosa; perché se da un lato la feccia è passata a significare per eccellenza la parte peggiore di qualcosa - specie di un gruppo sociale - oggi come oggi ha acquistato un connotato di genuinità non dappoco. Nell’immaginario comune il deposito diventa cifra di un processo produttivo lontano da sofisticazioni e filtraggi che inevitabilmente impoveriscono il prodotto - e la bottiglia di vino con una lieve feccia sul fondo prende un’aria quasi rassicurante.

Ad ogni modo questa sfumatura non ha intaccato la gravità dell’appellativo di feccia, che si fonda su significati di peggio, di scarto indesiderato: si parla della feccia della comunità che vive come parassita; della feccia con cui ci si mescola con gusto decadente; di un’idea che alligna fra la feccia. Ma non è una visione monolitica: se dico che bevo il calice un’esperienza fino alla feccia, riconosco la parte spiacevole di questa come integrante.

Parola pubblicata il 29 Luglio 2014