Festinare

fe-sti-nà-re (io fe-stì-no)

Significato Affrettarsi; sveltire, accelerare

Etimologia voce dotta recuperata dal latino festinare ‘affrettarsi, accelerare’.

Sorte curiosa, e delle più delicate, quella di questa parola. Dire che non è comune è un eufemismo: ha avuto una presenza di rilievo nell’italiano nascente, ma poi è rimasta a prendere polvere. Qualcuno ogni tanto le avrà strizzato l’occhio: il motto latino festina lente, col successo millenario del suo consigliato ossimoro (‘affrettati lentamente’, cioè sbrigati, ma con prudenza), ha mantenuto il verbo ‘festinare’ abbastanza accessibile anche a chi non mastica moltissimo latino.

Non si trattava nemmeno di un termine isolato, attorno ad esso, nei vocabolari, si allarga un arcipelago di ‘festinante’, ‘festinamente’, ‘festinanza’, ‘festinazione’, ‘festino’ (aggettivo) e via dicendo. Ma è tutto secco. Peraltro non era un termine isolato ma la sua radice sì (la ‘festa’ non c’entra nulla): a partire dall’antica origine protoindoeuropea, certi dizionari trovano solo nessi con certi termini del gallese e del medio irlandese.

I suoi significati sono stati mangiati da verbi più comuni, come affrettarsi o sveltire (non si festina più per arrivare al concerto, il tempo buono non festina più il viaggio), perciò eravamo rimasti che il festinare giace in cantina con un dito di polvere sopra. Ma qualcuno si è aggirato, in questa cantina, in cerca di una parola elegante e morbida, un po’ coperta, che non avesse le ruvidezze palesi della fretta, per descrivere qualcosa che richiedeva questa attenzione: le accelerazioni del parlato e dei movimenti causate da certe malattie. Quel qualcuno è il Lessico Medico, che stupisce sempre per la presenza e la chiarezza con cui sceglie le sue parole dalle lingue classiche; peraltro è un recupero anglosassone, internazionale, ma dopotutto si tratta di una cantina condominiale. In particolare si dice festinante (in inglese, festinating gait) l’andatura della persona affetta da morbo di Parkinson, in cui una postura lievemente curva si accompagna a passi tanto brevi quanto rapidi; affrettati.

Qui troviamo il punto attuale della nostra parola: lo sforzo di ricercatezza che questo latinismo impone è troppo per praticamente qualunque contesto non tecnico. Ma se vogliamo parlare del modo faticoso in cui il nonno festina portando fuori il cane, presidiando la sua autonomia erosa, del modo in cui il fratellino festina precipitando le sillabe senza che si riesca a capire, ancora alla sua età, quello che dice, ebbene questi sono casi in cui anche fuor di tecnicismo non ci pesa il sedere sulla sedia e prontamente facciamo lo sforzo di scendere in cantina, trovare il verbo, soffiarci sopra, tornare su e usarlo. Perché il loro affrettarsi non è fretta, e sarebbe ingiusto accontentarsi di un termine grezzo: la cura delle persone passa anche per i latinismi.

(Fermo restando che, se passassimo in quella cantina, nessuno ci vieterebbe di prendere il festinante e usarlo a nostro estro per superare la sbrigatività solita dell’affrettarsi e dello sveltire.)

Parola pubblicata il 19 Agosto 2019