Giaculatoria

gia-cu-la-tò-ria

Significato Preghiera breve e ripetuta

Etimologia dal latino: (prex) jaculatoria preghiera che si lancia - da jaculum freccia, a sua volta da jacere gettare.

I Padri del deserto cristiani, nei loro esercizi spirituali - al modo dei monaci tibetani che intonano mantra - ripetevano molte volte preghiere brevissime, in cui concentravano la presenza dell’unione con la divinità. Frecce scoccate in cielo, una dopo l’altra, come da rapido arciere che miri un celeste bersaglio.

A noi sono giunte piuttosto come preghiere popolari, semplici da ricordare, magari anche in rima, facili da ripetere meccanicamente - “Gesù, Giuseppe e Maria/ vi dono il cuore e l’anima mia”. Pronunciate, forse, con vero fervore religioso, poco però conservano della dimensione intimissima della preghiera, che sa volare senza essere scagliata.

La giaculatoria oggi sarà probabilmente il disco rotto di una invocazione alla pace e alla responsabilità, il monotono ripetersi di discorsi politici immutabili, la solita imprecazione da bar - dardi buttati verso l’alto che non si guarda nemmeno dove vanno a finire.

Si potrebbe tentare di restituirle quella antica dignità che le costruirono gli anacoreti del deserto, forse, spogliando gli slogan che udiamo delle vesti commerciali, mettendo la mordacchia ai latrati politicanti, cercando le proprie personalissime giaculatorie, frasi che concentrino la presenza dell’unione col valore - rinvenute nelle Costituzioni, fra le parole dei poeti, nelle eredità religiose d’oriente e occidente, o più autenticamente, scaturite dal proprio cuore. Frasi da ripetere e ripetersi, nel fuoco di ciò che importa.

Parola pubblicata il 04 Novembre 2011