Guazza

guàz-za

Significato Rugiada che bagna come pioggia

Etimologia dal latino aqua ‘acqua’, attraverso forme del parlato come aquacea o aquatia, ipoteticamente.

Nel confronto fra i termini ‘rugiada’, settentrionale, e ‘guazza’, toscano, è chiaro quale dei due suoni meno aulico e apollineo. Uscendo di casa al mattino osserviamo l’umile meraviglia della rugiada che imperla i fili d’erba; e invece proferiamo l’irripetibile quando la guazza ci fa pattinare e ci inzuppa le scarpe.

Tecnicamente la guazza sarebbe giusto la rugiada. Ma ha una sfumatura specifica: è una rugiada che, per quantità, bagna come se fosse piovuto, infradicia. Così possiamo parlare di come la nebbia che vediamo dalla finestra prometta guazza, della guazza inattesa dopo la notte serena.

Davanti a un’immagine così vivida emerge un rigoglio di significati estesi, tutti imperniati sul bagnato a terra, o sotto o intorno a qualcosa: i cappotti bagnati allargano la guazza ai piedi dell’attaccapanni, il ripieno troppo umido lascia i ravioli nella guazza, e quando si è gli ultimi a usare in bagno c’è sempre da fare i conti con la guazza.

La forza di questa parola sta nel suono simpatico, e nel richiamo diretto, per quanto non immediato, all’acqua. Tant’è che la troviamo come base di diverse altre parole, dal significato variamente specializzato: i bambini nella piscinetta stanno a guazzo, al collega malizioso piace sguazzare nel torbido degli affari altrui, il fascicolo delle fatture si rivela un guazzabuglio, e il vecchio cuoco si porterà nella tomba il segreto del suo guazzetto di pomodoro.

Parola pubblicata il 09 Dicembre 2017