Lepido
lè-pi-do
SignSpiritoso, acuto
dal latino: lepidus da lepor grazia. L'etimo ulteriore resta oscuro: la parola scomparve presto nella latinità, per riapparire in italiano solo nel XV secolo.
Una facezia, uno scherzo arguto, sono lepidi quando non siano rancidi di volgarità: è il buffo aggraziato, brillante, il personaggio ameno e spassoso.
È vero che purtroppo la comicità del mainstream fa di tutto per allontanarsi dal lepido e abbracciare il laido - ma perciò, a maggior ragione, le occasioni per usare questa luminosa attribuzione non devono andare sprecate.
Durante una discussione stridente, un lepido signore di mezz'età, curato e ben vestito, allenterà la tensione con delle osservazioni spiritose e piacevoli; si potrà ridere di gusto alla battuta di una vignetta lepida; il giornalista saggio e lepido racconterà una favola divertente come allegoria di una turbolenta situazione politica.
Parola pubblicata il 24 Maggio 2011
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