Lutulento

lu-tu-lèn-to

Significato Fangoso; impuro

Etimologia dal latino: lutum fango - stessa radice di “loto”.

Il fango è una presenza di cui non si ha bene la percezione, vivendo in città: quando piove al massimo ci si bagna con le gocce che abbattono a terra polveri mortifere, o ci si sporca con lo schiumare immondo e oleoso degli idrocarburi che sulla strada si mischiano all’acqua nera di pneumatico - e anche il fango del fiume è presenza lontana ed insolita, più comune quella dei liquami velenosi. Anzi, in questo panorama l’idea di sporcarsi col fango durante un acquazzone o affondando il piede nella cuora di un lago acquista un che di sano, di paradossalmente pulito.

Storicamente il lutulento è invece ciò che è eminentemente sozzo, sia fisicamente che moralmente. Può essere lutulento un appetito lubrico, o un amministratore corrotto, o il mountain biker senza parafanghi.

Però, proprio per questa trasformazione dell’idea del fango che mi pare di intravedere, forse il lutulento potrebbe essere effettivamente diventato in senso più proprio lo sporco entusiasta e sano, come è l’elefante che si infanga, uno sporco vitale come può essere il grasso della terra bagnata, maturo come la vita che accetta di sporcarsi le mani - come il fior di loto, che nasce nel fango e dal fango estroflette la propria sacra corona.

Potrà così essere lutulento il volontario che accorra dopo una calamità naturale, intento a spalare macerie e adamantino nello spirito, il giornalista che a proprio rischio si sia immerso nella mafia fino al collo per poterla raccontare in ogni sua lordura, il ragazzo che d’estate non si cura della pioggia e resta disteso sul prato, rialzandosi sorridente e inzaccherato come è chi è stato con la terra.

Dopotutto oggi sappiamo meglio la differenza fra la sporcizia che ti imbratta e quella che ti uccide, fra l’attacco al vezzo e l’attacco al valore.

Parola pubblicata il 28 Novembre 2011