Opimo

o-pì-mo

Significato Grasso; ricco

Etimologia dal latino opimus grasso, fertile, ricco.

Parola aulica e semplice.

L’opimo è in primo luogo il grasso, il pingue: si può parlare della signora che si trascina appresso l’opima cagnetta, o delle opime lasagne cucinate dalla nonna; ma è un grasso che si declina anche con connotati di ricchezza e fertilità: si parla dell’opima opera dell’autore rampante, o dell’opima esperienza del viaggio.

Ricordo precisamente la prima volta che lessi questa parola: nella traduzione dell’Iliade di Vincenzo Monti, quando Crise, sacerdote di Apollo, si vede rifiutare da Agamennone il riscatto che gli aveva offerto per liberare sua figlia, raccoltosi sulle sponde del mare si rivolge al dio, e gli ricorda dei ‘fianchi opimi’ di giovenche e capre che gli aveva arso in sacrificio, e lo prega di fare vendetta. (E, per la cronaca, la fa.)

Un uso particolare che ebbe questa parola nel mondo romano, fu il riferimento alle spoglie del comandante nemico vinto in battaglia - dette spoglie opime. Si trattava tendenzialmente di spoglie riccamente corredate, che secondo il rito venivano portate al tempio di Giove Feretrio. E sarebbe gradevole un uso attuale di questa espressione - non così impensabile, ahinoi - riferito alle spoglie dei dittatori o dei capi nemici uccisi in rivoluzioni o atti di guerra.

Parola splendida: perché se anche è poco conosciuta e perciò difficilmente spendibile, poggia su un retroterra culturale plurimillenario che le assicura una grande forza - anche quando è usata con ironia.

Parola pubblicata il 18 Aprile 2015