Pasciuto

pa-sciù-to

Significato Nutrito, sazio, soddisfatto; florido, in carne

Etimologia participio passato di pascere, uguale in latino, col significato di ‘pascolare, nutrire’.

Il verbo ‘pascere’ (o ‘pascersi’) frequenta i momenti più belli e alti della nostra letteratura, eppure oggi è un ramo disseccato. Restano, collaterali, il pascolo e il pascolare (estremamente specifici), e il pasciuto, che invece, per quanto ricercato, riesce ancora a darci uno scorcio di quel pascere di cui propriamente sarebbe participio passato.

Il pasciuto (corposo già nel suono) è il nutrito, il ben nutrito: un significato sintetico, che a una prima estensione diventa anche il sazio. Il gruppo di lavoro pasciuto è di umore migliore ma meno produttivo, la squadra di atleti pasciuti impressiona per imponenza, e a vedere come escono pasciuti i clienti del ristorante, c’è da prenotare un tavolo. Ovviamente, se si parla di ben nutrito va a finire che si parla di carni floride. Tant’è che se ti dicono “Oh, ti vedo pasciuto”, probabilmente ti viene da rispondere, “Oh, ma un corbello di fatti tuoi?”

Il pasciuto ha subito uno slittamento di tono: in tempi in cui una cattiva nutrizione che smungesse e indebolisse fino alla malattia non era cosa rara (praticamente fino all’altro ieri), il pasciuto era una qualità più schiettamente positiva; oggi che ci possiamo sbafare la crema di nocciole a ogni piè sospinto e siamo diventati suscettibili circa le conseguenti morbidezze, il pasciuto diventa più ambiguo. Ma è bello cercare di coglierlo nella sua suggestione positiva, nella bontà del buon nutrimento. Come sono forti e pasciuti i cani, e com’è lucido il loro pelo; siamo così pasciuti che non ci ammaliamo mai; e allo studente fuori sede bastano due settimane a casa per tornare pasciuto.

Peraltro questo termine ci invita a un piccolo esercizio (no, non fisico, creativo): evitare di appioppargli il ‘ben’. basta ‘ben pasciuto’: la morte delle parole inizia con gli stereotipi.

Parola pubblicata il 17 Settembre 2018