Poltrire

pol-trì-re (io pol-trì-sco)

Significato Indugiare sdraiati oziosamente per pigrizia; stare in ozio

Etimologia derivato di poltro, in maniera non chiara.

Questa parola, sebbene trasparente e brillante nei suoi significati, da un punto di vista etimologico è un mezzo mistero. Faremo qualche passo nel pantano, quindi mettiamoci gli stivali alti e leghiamoci una corda in vita.

‘Poltro’ pare emerga in italiano col vecchio significato di ‘puledro’, di cui è fratello, derivato dal latino pullus (da cui anche ‘pollone’ e ‘rampollo’, oltre che ‘pollo’) che descriveva l’animale giovane. Questo termine prende però anche il significato di ‘letto’. Molte fonti sono concordi nel dire che il ‘poltrire’ deriva da ‘poltro’, e dal poltrire fino al letto ci si arriva bene, ma quale sia il nesso che lega il puledro al letto, a dispetto delle più fantasiose e sicure spiegazioni, non si capisce. Qualcuno smentisce, affermando che si tratti invece di un derivato di putris, che oltre a ‘putrido’ aveva anche i significati di ‘molle’ e ‘languido’, ma non è una ricostruzione pacifica. Se ci aggiungiamo che da un punto di vista cronologico le attestazioni sono tutte sballate, accontentiamoci di dire che come il fiore di loto questo termine sboccia splendido da una fangaia impenetrabile.

Il suono di questa parola è un connubio superbo di mollezza floscia e larga e pesantezza studiosa, irriducibile, perfino dura. Racconta specificamente un indugiare in posizione sdraiata o quasi, per un tempo ben protratto, non per stanchezza o meritato riposo, ma per pigrizia, per ozio impenitente; inoltre descrive più ampiamente un atteggiamento di nullafacenza inattiva che si fa condotta di vita. Quindi posso poltrire spalmato sul divano perché è ancora troppo caldo per pensare di mettermi a lavorare, metto la sveglia prima ma il tempo guadagnato lo spendo a poltrire fra le lenzuola, e probabilmente il vicino è così rabbioso perché passa tutto il giorno a poltrire senza costrutto.

Molte persone si domanderanno: «Ma la poltrona? C’entra qualcosa?» C’entra. È in effetti quella seduta che permette di poltrire con gran comodità, mercé un’imbottitura avvolgente di sotto e di schiena e dei braccioli confacenti. Se pensiamo che poi, fra Settecento e Novecento, la poltrona si è anche fatta strada nei teatri e nei cinema — in cui l’arte concilia il poltrire — ed è diventata il simbolo stesso della carica prestigiosa, redditizia e poco faticosa, possiamo apprezzare come la parabola del poltrire sia giunta al suo rilassato culmine.

Parola pubblicata il 31 Luglio 2019