Profezia

pro-fe-zì-a

Significato Predizione di eventi futuri su ispirazione divina

Etimologia dal greco: profemi predire, composto di pro avanti e femi dire. Parlare al posto di.

È una gran bella parola. Solenne, potente. Una voce divinamente forte pronuncia ciò che vede uno sguardo divinamente acuto - fatti futuri, volontà celesti: il dio parla con la bocca di un uomo. Ma è stata falciata via dalla lucente laicizzazione del mondo: infatti non esiste profezia senza conoscenza del soprannaturale, senza metafisica, senza Verità con la v maiuscola (roba rétro), senza un dio che invasi il profeta. Il profeta che prevede la fine del mondo, oggi, ci fa (per fortuna) sorridere e basta.

E a questa rivoluzione non è sopravvissuta anche perché di frasi da scolpire nella pietra, che durino, da ascoltare con riverenza, ne sono rimaste sempre meno: in bene e in male tutto è più liquido, più discutibile, e anche il sacro deve essere democratico.

In forma diversa, le uniche profezie sopravvissute sono le profezie civili delle scienze e delle esperienze umane: da un lato le predette e funeste conseguenze dell’inquinamento profittevole, del consumismo incontinente, dell’uso metodico e culturale della forza, della finanza astratta e autocratica, della distanza dalla terra, dagli animali, dalle persone; dall’altro, le sublimi statuizioni costituzionali dei diritti umani e degli alti valori da rispettare - pena lo sdegno, prima che del dio, della civiltà.

Forse esistono anche altre profezie, pronunciate con voce più tenue, più intime, quelle fedi che si scolpiscono fra le persone, quelle bisbigliate ad un orecchio in lacrime, quelle che vedono un successo negli occhi di qualcuno, o una felicità imminente, quelle che ti leggono dentro ciò che dice la tua scintilla - ma di queste è bene non parlare: esistono sacri troppo sacri o ridicoli da pronunciare.

Parola pubblicata il 18 Maggio 2012