Sfatare

sfa-tà-re (io sfà-to)

Significato Screditare, dimostrare falsa una convinzione

Etimologia formazione non chiara, probabilmente da un antico fatare ‘coprire con un incantesimo’, da fata, che viene dal latino fatum ‘fato’.

Se avessimo sempre presente la densità delle parole che scriviamo e pronunciamo, probabilmente ne scriveremmo e pronunceremmo molte meno.

Oggi ‘sfatare’ ci si presenta come una parola pronta, facile da usare e forte di una bella suggestione etimologica, ma la realtà è un po’ più complessa: in effetti la storia, l’evoluzione di questa parola è decisamente oscura. Fa la sua comparsa in italiano con dei significati inaspettati - ‘scoraggiarsi, abbattersi’. Nel Cinquecento è attestata col significato di ‘spregiare, prendere in giro’. Solo alle porte del Novecento prende il profilo che conosciamo oggi.

Ebbene, tralasciando queste incertezze, rimane una bomba. Propriamente l’azione dello sfatare sarebbe quella del togliere un incantesimo, dissipare un essere fatato, anche se in questo senso proprio non viene usato. Diventa invece lo screditare, il dimostrare la falsità di una credenza comune, o di una propria convinzione - quasi le si levasse di dosso la malìa di un manto magico che la distorce. Classicamente si sfata la leggenda, il mito; ma si può sfatare l’idea diffusa sull’insalubrità di un cibo, si possono sfatare critiche ricorrenti circa una pratica medica, o sfatare vecchi adagi popolari.

A ben vedere, tanto largo è il richiamo al disperdere una magia che si possono subito spiegare anche i significati antichi dello sfatare: il vedersi levato un incanto d’entusiasmo diventa uno scoraggiarsi, e niente come il riso, specie se sarcastico, sa spazzare via magia e fascino. Non che siano significati da recuperare attivamente, ma sono in grado di dare una profondità storica al nostro sfatare, così dialettico e logico, e spesso inconsapevole del suo diretto confronto col fatato.

Parola pubblicata il 25 Ottobre 2017