Smaltire

sma-tì-re (io smal-tì-sco)

Significato Digerire, far passare, sbrigare; eliminare, far defluire, scaricare

Etimologia dal gotico smaltjan ‘fondere’.

Le parole più versatili, ricche di diramazioni d’uso, partono da immagini semplici e incisive. Questo è un caso esemplare.

Visto che si può smaltire il pranzo o smaltire una sbronza, così come si può smaltire il lavoro arretrato, il mucchio di rifiuti speciali, il traffico, è chiaro che il concetto debba essere quello di un ridurre, neutralizzare. Ma ciò che si smaltisce non viene annichilito, piuttosto viene trasformato: ciò che dev’essere smaltito ha un corpo, una presenza fisica che crea un blocco e pesa (su stomaci, tavoli, depositi, strade); smaltendolo, questo corpo che intoppa si scioglie. L’immagine di base dello smaltire è il fondere.

La massa del mangiato si fonde nella digestione, il peso della sbronza si erode via via, la congerie di pratiche che occupa la scrivania cala come un ghiacciaio d’estate, il traffico si scongela, il rifiuto speciale non resta, monumentale, ma viene portato via, lavorato. Non esiste un colpo che spazzi via in un attimo ciò che ha da essere smaltito: lo smaltire, il suo effetto di rendere fluido qualcosa, richiede un tempo che non può essere eluso. Non si smaltisce il pasto vomitando, la via del tornare sobri non conosce scorciatoie, il lavoro deve essere affrontato di petto, il traffico non viene smaltito buttando le auto fuori strada, e i rifiuti non si smaltiscono scaricandoli al gomito di strada.

Nelle ramificazioni di significato di questo termine di ascendenza germanica, che in effetti risuona ancora anche nelle lingue moderne di questa famiglia, una saggezza antica e ben conservata ci parla della pazienza che chiedono naturalmente i passaggi di stato, della loro gradualità, del loro risultato puntuale, e del potere icastico delle loro metafore.

Parola pubblicata il 31 Gennaio 2019