Sviolinata

svio-li-nà-ta

Significato Discorso adulatorio; ritornello per violino, talvolta accompagnato da chitarra, inserito fra i canti dei maggi

Etimologia da violino.

Com’è che un principe dell’orchestra passa a significare un’adulazione melensa?

Ebbene, siamo davanti a una parola recente, attestata negli anni ‘40 del secolo scorso. E può essere disorientante leggerne le definizioni sui dizionari, perché accanto al significato noto di adulazione esagerata troviamo un riferimento a un certo tipo di ritornello, suonato sul violino, intercalato fra i canti dei maggi. Qualcuno si potrebbe domandare «E che roba è?», e sarebbe una domanda naturale.

Il maggio, prendendo le mosse dal nome del mese, da secoli indica una galassia di feste e tradizioni popolari, volentieri colorite di romanticismo, che si accendevano e accendono in mezza Italia giusto in quel mese - giornate lunghe, aria profumata, clima mite, tutto invita alla festa: ben venga maggio. Non c’è da stupirsi se ‘maggio’ è anche il nome delle canzoni e delle rappresentazioni che allietavano e allietano queste feste. Certi intermezzi musicali sono suonati volentieri su violini o chitarre, ed ecco le sviolinate, che in questo contesto leggero (non si parla qui di musica da camera per cultori, l’atmosfera è più ruspante) possono avere un che di melensamente popolare.

Già. Perché il violino, per quanto sia fra i protagonisti delle più alte espressioni musicali della nostra cultura, si è conquistato una fama ambigua. I gesti aggraziati e potenti del violinista prendono facilmente un sapore di affettazione quasi teatrale, il sentimento che lo strumento riesce a strappare gli può dare un’aria di romanticismo pesante, le sue vibrazioni travolgenti possono avere un che di smiagolato. Lo sviolinare trasforma un precedente violinare attraverso un prefisso intensivo, e da un ‘suonare il violino’ ne muta il significato in un ‘suonare il violino in modo insistente, in modo sdolcinato’.

Questo prefisso dà tutto il carattere della sviolinata, che ci possiamo figurare come un’esecuzione melodrammatica, un pezzo in cui chi fa la parte del musicista (immaginata senza complimenti) si produce enfaticamente in una romanticheria di lode. Si sopportano male le sviolinate da genitore a genitore sui superiori meriti dei figli, l’amica goffa impiega la sviolinata come unico strumento di conquista amorosa, mentre il collega si risente se il suo lavoro non viene incensato con sviolinate pubbliche.

Curioso come le parole di questo genere (non dimentichiamo la schitarrata!) raccontino il profilo peggiore degli strumenti musicali e di chi li suona. Malizie della lingua.

Parola pubblicata il 16 Dicembre 2018