Tetragono

te-trà-go-no

Significato In geometria, sinonimo di quadrangolo, e in passato anche di cubo; saldo, fermo, costante

Etimologia dal greco: tetragonos, composto da tetra- quattro e -gonos angolo.

In geometria questa parola è una vera rarità; nel caso viene usata per indicare una figura piana con quattro angoli. Ma in passato con tetragono si poteva anche indicare un parallelepipedo, cioè una figura solida - e in particolare il cubo. Ora, il cubo ha tutta l’apparenza di una figura solida, ferma, affidabile: se mi dico tetragono a qualunque tentazione, intendo che niente è in grado di corrompermi; potrei voler votare il candidato alle elezioni per il suo esser tetragono nelle proprie idee; si può parlare del tipo scafato come ormai tetragono a ogni sorte.

Può sembrare affine all’uso figurato di “quadrato”. Insomma, se si parla di un tipo quadrato si sta sempre considerando qualcuno di saldo, fermo - anche rigido. Ma la differenza fra tetragono e quadrato, geometricamente e figuratamente, sta tutta nello spessore: il personaggio quadrato appare piatto e incasellato; il personaggio tetragono appare solido e di rilievo.

Fra le fortune di questa parola c’è quella di essere stata impiegata da Dante nel celebre XVII canto del Paradiso: egli chiede al suo avo Cacciaguida di fargli chiarezza su ciò che gli accadrà in futuro; sono state molte le profezie scompaginate che ha udito su di sé fra Inferno e Purgatorio, e nonostante “avvegna ch’io mi senta/ ben tetragono ai colpi di ventura” (cioè nonostante si senta un gran tosto), gli farebbe piacere se qualcuno di autorevole potesse mettervi ordine: “ché saetta previsa vien più lenta”.

Parola pubblicata il 16 Maggio 2013