Trafelato

tra-fe-là-to

Significato Affannato, ansante per lo sforzo

Etimologia secondo molti, derivato del latino fel ‘fiele’, preceduto dal prefisso tra-, col significato di ‘trafiggere il fiele’.

Questa parola invita alcune riflessioni interessanti.

Sui dizionari si legge che ‘trafelato’, participio passato del poco comune verbo ‘trafelare’, significa affannato, ansante per via di uno sforzo intenso, prolungato. Ma questa definizione non riesce cogliere la pienezza delle sfumature con cui comunemente è usato. Infatti, più che sul respiro, il colore di questa parola sembra concentrarsi sull’essere malconcio, male in arnese.

Se rispondo trafelato al citofono quando suona il campanello di notte, lo sforzo di svegliarsi e alzarsi non è oggettivamente defatigante - non mi fa venire il fiatone - ma comunque non sarò al meglio della mia lucidità. Quando il collega entra trafelato in ufficio mentre fuori imperversa la bufera, più che affannato per lo sforzo sarà bagnato e intirizzito - piuttosto malridotto, per cui volentieri gli porteremo un caffè caldo. Ma lo sforzo provante resta, e certamente potrò anche salire trafelato, con la lingua a terra, sul treno che ho preso per un soffio.

In nostro aiuto può accorrere l’etimologia, che qui però non è particolarmente perspicua. La ricostruzione etimologica più accreditata per ‘trafelare’ lo vede scaturire dall’immagine del ‘trafiggere il fiele’: ‘fiele’ è termine letterario per la bile, e trafiggere il fiele, figuratamente, significherebbe trapassare con la spada. Ora, chi si trovi trafitto da una spada sicuramente non se la passa bene - e il suo modo di essere malconcio è una suggestione eloquente del colore del trafelato.

Parola pubblicata il 14 Gennaio 2017