Trenodia

tre-no-dì-a

Significato Canto funebre, lamentazione; lagna, piagnisteo

Etimologia dal greco trenodìa, composto da thrénos ‘treno’ e odé ‘canto’.

Non tutti sanno che il treno non è soltanto il convoglio ferroviario: nella letteratura greca antica è il nome di un canto funebre, di una lamentazione - nota anche come ‘trenodìa’ (variante molto opportuna per non fare confusione col treno-mezzo). Classicamente si articolava in una rispondenza fra cori o fra un coro e dei singoli: celebre è il treno nel XXIV libro dell’Iliade per i funerali di Ettore, ma è una lamentazione che troviamo nell’opera di molti autori greci, da Pindaro, a Simonide, a Eschilo.

Oggi, non senza una certa ironia, la trenodia si affranca volentieri dalle solennità funebri dell’antichità e passa a indicare la lagna, il piagnisteo - specie di gruppo. L’annuncio del ritardo di tre ore dell’aereo suscita un’accorata trenodia, gli studenti rispondono con una consumata trenodia al professore che anticipa il compito in classe, il film drammatico si rivela una trenodia a stento sostenibile.

Ma il fatto che l’aulico si presti bene all’ironia non significa che non possa essere usato con serietà - e questo caso non fa eccezione, anzi: le lamentazioni corali sono riti cardinali. Così in ricordo dell’eccidio gli artisti del luogo compongono una trenodia, si apprezza la trenodia nel melodramma, i giornalisti raccolgono la trenodia della popolazione dopo il disastro.

Domanda finale: etimologicamente c’entra qualcosa col treno su cui si sale? No. Questo è affine a ‘trainare’.

Parola pubblicata il 22 Agosto 2016