Vile

vì-le

Significato Di scarso valore; meschino, codardo

Etimologia dal latino vilis ‘di basso prezzo, spregevole, di condizione inferiore’.

Come spesso accade, il più semplice dei significati ha sviluppi complessi.

Vile, come ci racconta l’etimologia, in origine sarebbe ciò che è venduto a poco prezzo, ciò che è di scarso valore e qualità. Ad esempio se vendo una casa a prezzo vile significa che è un prezzo molto al di sotto di quello di mercato (magari i costi di manutenzione sono insostenibili), si parla della pietra filosofale che trasforma i metalli vili in oro, e non scordiamo il vil danaro!

Ovviamente questo significato ne invita uno figurato ben più ricco e pregnante: il vile (già dal latino vilis) diventa in generale chi o ciò che ha scarso valore ideale o morale. Ma nell’italiano corrente questa parola prende una piega piuttosto precisa, andando a indicare il meschino, il codardo. È vile chi si tira indietro davanti alle responsabilità per paura, vile chi non difende chi lo ha sempre appoggiato, vili le parole di chi invita al silenzio davanti all’ingiustizia, vile la calunnia. In questo senso il vile diventa la piccolezza suprema, la pusillanimità estrema del fuggire più pavido e dell’accettazione conveniente della sopraffazione.

Si discosta dal vigliacco e dal maramaldo: questi indicano anche, e nel caso di maramaldo soprattutto, l’inclinazione al sopruso, all’essere forti coi deboli, all’agire proditorio. Il vile, per quanto meno abietto, non ha neppure questa verve. Però può essere usato in apostrofi spregiative: vil marrano, come ti permetti?

(Nei dizionari si trova riportato che ‘vile’ indica anche il volgare, l’appartenente a un rango basso, a un ceto o a una condizione inferiore. Ma è un significato che oggi giace sepolto insieme all’aristocrazia.)

Parola pubblicata il 08 Giugno 2016