Zaffo

zàf-fo

Significato Tappo conico di legno ricoperto di tessuto usato per turare la spina di botti e tini; tampone di garza usato per medicazioni o per fermare emorragie

Etimologia dall’ipotetica voce longobarda zappo o zapfo.

Capita spesso che parole che non si conoscono, o che restano al margine della nostra esperienza, si rivelino tasselli importanti e inattesi nelle storie di parole molto più a buon mercato. Questo è il nostro caso.

Il nostro ‘tappo’ viene dal fràncone, dal gruppo occidentale dei dialetti germanici; e ha la stessa radice germanica che attraverso il longobardo (lingua germanica orientale) ci porta lo ‘zaffo’. Curiosamente, notano certi studiosi, ‘tappo’ è rimasto un termine generico, mentre l’applicazione longobarda dello zaffo ai processi di conservazione del vino ne ha determinato una specializzazione marcata - insomma, non abbiamo un ramo di famiglia senza nonni beoni.

Lo zaffo è giusto quel tappo di legno a forma di tronco di cono che, rivestito con tessuto o stoppa per tenere meglio, si caccia nella spina di botti e tini per tapparli. L’uso del termine pare davvero tanto specializzato quanto raro - o almeno lo è adesso: c’è stata una caterva di secoli in cui gli zaffi erano frequentazioni quotidiane. Però lo zaffo, proprio per Questo suo tappare, volentieri anche con l’aiuto di tessuto, soprattutto parando sbocchi di vino, ha suggerito un’estensione di significato un po’ sgradevole per l’immagine ma squisita per la grazia: il tampone medicato, o che ferma l’emorragia, specie a parare cavità (come quelle nasali, o più riposte). Non stupisce, a Questo punto, che certi linguisti avvicinino allo zaffo e al tappo il tampone stesso.

Ma i frutti non finiscono qui: quando si sente parlare di zaffata (alcuni lo danno per sicuro, altri per probabile) l’immagine fondamentale ci dovrebbe evocare proprio lo zaffo. Infatti la zaffata è innanzitutto uno sbocco violento di liquidi o di gas, che solo per rilievo d’eccellenza diventa l’ondata puzzolente. Dopotutto, togliendo lo zaffo il vino viene spruzzato con una certa violenza, e l’odore può essere molto intenso.

Insomma, lo zaffo aiuta a completare un mosaico inatteso (storico e semantico) di tappi e zaffate.

Ah, è solo il caso di notare che lo ‘zaffo’ può non solo la persona molto bassa (il parallelismo con ‘tappo’ è fin troppo evidente), ma anche lo ‘sbirro’; qui si tratta però di un derivato di uno ‘zaffare’ che non è un ‘turare con lo zaffo’, ma un ‘ghermire, arrestare’, che viene dal veneziano antico zafar. E stranamente non è un prestito esotico odoroso d’incensi mediorientali, ma un’alterazione di ‘acciuffare’.

Parola pubblicata il 22 Maggio 2019