Assai

as-sài

Significato Molto, abbastanza

Etimologia dal latino parlato ad satis, da satis ‘abbastanza’.

Eccoci ancora una volta davanti a una parola reverendissima per la sua strabiliante continuità d’uso, che nei secoli l’ha alterata profondamente nella forma, e stirata nei suoi significati a coprire le più diverse funzioni grammaticali. Un vero monumento della nostra lingua, compendio della quotidianità di innumerevoli generazioni.

Guardando l’origine di ‘assai’, la locuzione del latino parlato (ovviamente è un volgare ricostruito, nessuno era lì a sentir parlare i nostri antenati) ad satis sembra ci racconti letteralmente un ‘a sufficienza’, ‘a bastanza’, essendo che satis nasce proprio col valore di ‘sufficiente, bastante’. Ma già in latino satis si stava allargando a coprire anche il significato di molto — e comunque anche il nostro abbastanza è percepito come più che sufficiente. In questa ambivalenza, in questo ventaglio l’assai si è allargato fra il sufficiente e il tanto, attestandosi però più volentieri su quest’ultimo.

C’è stato un tempo in cui l’assai era sostantivo, e si poteva parlare degli assai che inevitabilmente prevalevano sui pochi, di una terra piena di borghi e di assai (nel senso di ricchezze): in questo senso l’assai o gli assai erano il molto. In questo senso abbiamo un vestigio nell’espressione un po’ vintage il poco e l’assai (decidi tu che cosa portar via, nel furgone ci sta il poco e l’assai). Ma c’è stato anche un tempo in cui l’assai era pure aggettivo, che significava ‘molto’ con un occhio particolare al gran numero, per cui ci potevamo impelagare in assai discorsi, alla funzione partecipavano assai notabili, ti devo ricordare assai cose — e si poteva parlare di una persona dassai come oggi si parla di una dappoco. Usi che suonano carismatici, ma stridenti.

Ai nostri giorni è rimasto principalmente avverbio: sono assai compiaciuto della tua partecipazione, è assai strano che l’amico si sia ubriacato così, e al mattino sei assai affamato. Certo è una selezione, ma quel che resta rispetto al carosello di usi che storicamente ha avuto l’assai (sinceramente troppo vasto per essere dominato a colpo d’occhio) non è poco. Basti guardare gli usi antifrastici che se ne fanno: se ti dico che mi importa assai, e alla fine oh, sai assai te, ci ritroviamo davanti al caso curioso di un abbastanza che si è fatto molto ma diventa non abbastanza anzi nulla.

Termine ancora di uso frequente al meridione e invece di registro moderatamente ricercato nel resto d’Italia, forte di un suono che si prende il suo spazio liscio, ci fa toccare la versatilità potente e magmatica degli esiti di un modo di dire antico, mutato piano come la geografia dei posti dov’era pronunciato.

Parola pubblicata il 23 Ottobre 2019