Indomito

in-dò-mi-to

Significato Che non può essere vinto o piegato, fiero, indomabile

Etimologia voce dotta recuperata dal latino indomitus, derivato di domitus participio passato di domare, col prefisso negativo in-.

Non è certo una parola desueta, anzi capita di incontrarla spesso — dalle opere di finzione ai documentari, agli articoli di giornale; e però ha un tono dal sentore epico che le dà un garbato velo d’antiquatezza: non vetusta e polverosa, ma da corte di tempi andati.

A questo contribuisce senz’altro il fatto che sia un cultismo, una voce dotta recuperata dal latino: pur avendo il medesimo scheletro, un indomato sarebbe un po’ più squadernato, un po’ più prosaico e vicino al selvatico, invece l’indomito risuona subito di una forma più risalente e ricercata (per la precisione, il participio latino domitus), e informa una certa altezza figurata del discorso. Anche se nella lingua letteraria si può anche parlare di cavalli indomiti.

Ma poi è un termine che intrinsecamente vive in una dimensione dal tratto epico: racconta di volontà gravi che tentano di opprimere, piegare, conformare (e che in questo caso, nei neri fumi della loro malizia, falliscono), e per contro di indoli brillanti che non possono essere soggiogate, addomesticate — irriducibilmente fiere.

Così si può parlare dell’indomito coraggio con cui l’insospettabile passante ha tratto fuori la famiglia dall’edificio in fiamme, dello spirito indomito dell’esploratore che non si è fermato davanti a nessun ostacolo, dell’ottimismo indomito con cui affrontiamo la vita, dell’indomito spirito creativo con cui il nostro amore colora le giornate più solite. E certo, potremmo anche raccontare l’atto indomito dell’amico che ha portato fuori con foglio e bicchiere il grosso scorpione che si era unito alla serata: il risultato avrà sempre un gusto cavalleresco.

Parola pubblicata il 21 Luglio 2021