Siamo abituati a pensare alla chiesa -qualunque essa sia- come ad un’istituzione religiosa formale e lontana dal fedele, guidata da sfere altissime con le quali è impossibile un dialogo. Ma la chiesa nasce in modo diverso. Nasce come un’assemblea, un’adunanza, una comunione intima e sociale di persone che condividono e vivono uno stesso credo, prima e al di là dei formalismi, delle gerarchie, costituendo il cuore pulsante, la parte viva di questa organizzazione. Forse, se i credenti d’ogni chiesa recuperassero questa visione di fertile compartecipazione, nel vivere la propria fede, le chiese cesserebbero di essere poteri concorrenti della politica, delle imprese economiche, e ciascun aderente avrebbe una possibilità più fervida per vivere intimamente il messaggio che porta.
Siamo abituati a pensare alla chiesa -qualunque essa sia- come ad un’istituzione religiosa formale e lontana dal fedele, guidata da sfere altissime con le quali è impossibile un dialogo. Ma la chiesa nasce in modo diverso. Nasce come un’assemblea, un’adunanza, una comunione intima e sociale di persone che condividono e vivono uno stesso credo, prima e al di là dei formalismi, delle gerarchie, costituendo il cuore pulsante, la parte viva di questa organizzazione. Forse, se i credenti d’ogni chiesa recuperassero questa visione di fertile compartecipazione, nel vivere la propria fede, le chiese cesserebbero di essere poteri concorrenti della politica, delle imprese economiche, e ciascun aderente avrebbe una possibilità più fervida per vivere intimamente il messaggio che porta.