Etimologia propriamente plurale di grazia, dal latino: gratia dai significati variegatissimi, fra cui amicizia, favore, piacevolezza, leggiadria, gratuità, e non ultimo gratitudine; infatti a sua volta deriva da gratus grato.
Una mole di qualità e sentimenti positivi assolutamente fuori dal comune si concentra in questa parola assolutamente comunissima. Pronunciarla, anche sola, ha l’effetto proprio di sferrarla completamente in tutta la sua massa, svincolata, liberandola in ogni sua articolazione. Quando si pronuncia un grazie, davanti anche al gesto più minuto, perfino anche solo dinanzi all’intenzione, vi si appone un inestimabile marchio di valore, che nobilita oggetto e soggetto, un marchio intrecciato, complesso, consapevole - simbolo, segno e vessillo insieme di favore amicale, di bellezza e piacere, di gentile e autentica riconoscenza, insomma di quella gratitudine sentita che è propria di chi sa l’intima statura delle cose, l’altezza vertiginosa a cui quel valore, riconosciuto, si eleva.
Una mole di qualità e sentimenti positivi assolutamente fuori dal comune si concentra in questa parola assolutamente comunissima. Pronunciarla, anche sola, ha l’effetto proprio di sferrarla completamente in tutta la sua massa, svincolata, liberandola in ogni sua articolazione. Quando si pronuncia un grazie, davanti anche al gesto più minuto, perfino anche solo dinanzi all’intenzione, vi si appone un inestimabile marchio di valore, che nobilita oggetto e soggetto, un marchio intrecciato, complesso, consapevole - simbolo, segno e vessillo insieme di favore amicale, di bellezza e piacere, di gentile e autentica riconoscenza, insomma di quella gratitudine sentita che è propria di chi sa l’intima statura delle cose, l’altezza vertiginosa a cui quel valore, riconosciuto, si eleva.
Ma in fondo è solo un “grazie”, no?