SignificatoFigura retorica che consiste nell’esagerare qualcosa per eccesso o per difetto; esagerazione; tipo di curva
Etimologia dal greco hyperbolé, dal verbo hyperbàllein, composto da bàllein lanciare e hypér oltre.
Questa parola vive con due significati: uno retorico, uno geometrico.
Per quanto riguarda l’iperbole come curva, sono molte le cose che potremmo dire, sulla sua appartenenza alla famiglia delle coniche, sul fatto che è il luogo geometrico dei punti del piano per cui è costante la differenza delle distanze dai fuochi, ma ci concentreremo su un aspetto più semplice e profano, propedeutico alla riflessione sul significato retorico. L’iperbole è una curva illimitata, i cui rami si estendono all’infinito. Alcuni noteranno giustamente: “Sì, ma anche tante altre curve sono illimitate!” Vero. Ma l’iperbole è sorella dell’ellisse: l’equazione che le descrive è molto simile. Ma mentre l’ellissi è limitata, compresa in una certa area, l’iperbole non lo è - ed è questa comparazione ad essere rilevante. Perciò è descritta, in greco, con la bella immagine del “lanciare oltre”.
Come figura retorica, l’iperbole è forse una delle più comuni, e certo una delle più gustose. Consiste nell’esagerazione, in grande o in piccolo: se dico che non vedo Tizio da un secolo, be’, sono in pochi a poter dire questa frase intendendola letteralmente; se dico che ho fatto tardi perché ho avuto mille contrattempi ma arriverò fra un secondo, ecco due iperboli; e se un film mi piace da impazzire, di rado sarà effettivamente necessario un consulto psichiatrico. Qualcuno, quando questa figura retorica consiste in un’esagerazione nello sminuire, le attribuisce il nome inglese di understatement (fuori fa calduccio, il termometro segnava 45°); ma quella dell’iperbole è un’esagerazione in generale, quindi può descrivere anche uno sminuire esagerato. Quindi è iperbolica anche l’affermazione dell’amico sbronzo che ci dice di aver bevuto giusto un goccetto.
Una parola meravigliosa, perché è cifra dell’ironia che pervade i nostri discorsi.
Questa parola vive con due significati: uno retorico, uno geometrico.
Per quanto riguarda l’iperbole come curva, sono molte le cose che potremmo dire, sulla sua appartenenza alla famiglia delle coniche, sul fatto che è il luogo geometrico dei punti del piano per cui è costante la differenza delle distanze dai fuochi, ma ci concentreremo su un aspetto più semplice e profano, propedeutico alla riflessione sul significato retorico. L’iperbole è una curva illimitata, i cui rami si estendono all’infinito. Alcuni noteranno giustamente: “Sì, ma anche tante altre curve sono illimitate!” Vero. Ma l’iperbole è sorella dell’ellisse: l’equazione che le descrive è molto simile. Ma mentre l’ellissi è limitata, compresa in una certa area, l’iperbole non lo è - ed è questa comparazione ad essere rilevante. Perciò è descritta, in greco, con la bella immagine del “lanciare oltre”.
Come figura retorica, l’iperbole è forse una delle più comuni, e certo una delle più gustose. Consiste nell’esagerazione, in grande o in piccolo: se dico che non vedo Tizio da un secolo, be’, sono in pochi a poter dire questa frase intendendola letteralmente; se dico che ho fatto tardi perché ho avuto mille contrattempi ma arriverò fra un secondo, ecco due iperboli; e se un film mi piace da impazzire, di rado sarà effettivamente necessario un consulto psichiatrico. Qualcuno, quando questa figura retorica consiste in un’esagerazione nello sminuire, le attribuisce il nome inglese di understatement (fuori fa calduccio, il termometro segnava 45°); ma quella dell’iperbole è un’esagerazione in generale, quindi può descrivere anche uno sminuire esagerato. Quindi è iperbolica anche l’affermazione dell’amico sbronzo che ci dice di aver bevuto giusto un goccetto.
Una parola meravigliosa, perché è cifra dell’ironia che pervade i nostri discorsi.