SignificatoSeparazione di un gruppo dall’unità di cui faceva parte
Etimologia dal latino: secessio, derivato di secedere separarsi, composto di se- che indica separazione e cedere allontanarsi.
Parte di quella che era un’entità unica decide - per disaccordo col resto del gruppo, per desiderio di autonomia - di staccarsene: questa è la secessione. Avremo forse in mente la guerra di secessione degli Stati Uniti d’America, scoppiata quando gli Stati del sud decisero di separarsi dal nord formando la Confederazione, al fine di evitare l’abolizione della schiavitù; magari penseremo alle secessioni della plebe nell’antica Roma repubblicana, strumento di lotta politica per cui in massa i plebei abbandonavano la città di Roma lasciandola, di fatto, paralizzata; oppure potremo pensare alle secessioni dei clan mafiosi, per cui il desiderio d’indipendenza criminale di un ramo del clan viene saggiato nel sangue.
La secessione è uno strappo, un taglio, una cesura: un atto non indolore, il cui valore sta tutto nell’altezza del suo fine, che ora può essere una convenienza squallida, ora un perverso desiderio di stampo adolescenziale, oppure una distanza posta per invitare una riflessione, o un’extrema ratio per salvaguardare qualcosa di prezioso.
Parte di quella che era un’entità unica decide - per disaccordo col resto del gruppo, per desiderio di autonomia - di staccarsene: questa è la secessione. Avremo forse in mente la guerra di secessione degli Stati Uniti d’America, scoppiata quando gli Stati del sud decisero di separarsi dal nord formando la Confederazione, al fine di evitare l’abolizione della schiavitù; magari penseremo alle secessioni della plebe nell’antica Roma repubblicana, strumento di lotta politica per cui in massa i plebei abbandonavano la città di Roma lasciandola, di fatto, paralizzata; oppure potremo pensare alle secessioni dei clan mafiosi, per cui il desiderio d’indipendenza criminale di un ramo del clan viene saggiato nel sangue.
La secessione è uno strappo, un taglio, una cesura: un atto non indolore, il cui valore sta tutto nell’altezza del suo fine, che ora può essere una convenienza squallida, ora un perverso desiderio di stampo adolescenziale, oppure una distanza posta per invitare una riflessione, o un’extrema ratio per salvaguardare qualcosa di prezioso.