SignificatoInformazione, anticipazione che svela la trama di una storia a chi non la conosce; elemento che altera il profilo aerodinamico di un corpo
Etimologia dall’inglese: to spoil rovinare. Il rovinatore.
Hai quindici anni, è estate, stai leggendo il Conte di Montecristo in santa pace. Il romanzo ti è completamente nuovo, non ne hai mai visto film, né fumetti, né balletti interpretativi. Entra nella stanza tuo padre: “Uh, stai leggendo il conte di Montecristo? Sei già arrivato a quando Mercedes censura censura?” Ti metti a piangere. Non c’eri arrivato. Si può uccidere, per uno spoiler così.
Lo spoiler è quella rivelazione sbadata, quell’articolo, quel video in cui punti salienti di una storia vengono brutalmente squadernati a chi ancora non li conosceva. Distrugge i colpi di scena, rintuzza le svolte inaspettate, fa saltare il calcolato congegno della trama come un grosso petardo nell’orologio a cucù.
Non ha quel valore positivo dell’anticipazione, che ha tutta l’aria di essere un aperitivo per stuzzicare l’appetito, né ha la grazia solenne dello svelare, o del rivelare. Lo spoiler rovina, senza dubbi di sfumatura, e col suo suono a sbuffo, vivacemente descrittivo, è diventato una parola irrinunciabile.
Così si farà uno spoiler quando scapperà detto che l’assassino è il maggiordomo, se l’eroe alla fine ce la farà, o se la storia d’amore andrà a finir male. Da notare come sia norma buona e usuale, in rete, avvertire dell’eventualità di uno spoiler, ad esempio in principio di un articolo di critica a un film. La fruizione naturale di una narrazione è un bene molto sentito.
Gli spoiler sono poi, in aerodinamica, alettoni che deflettono l’aria: posti sulle auto fanno sì che il flusso d’aria, in corsa, le schiacci a terra, migliorandone l’aderenza col suolo; posti sulle ali degli aerei permettono di dare stabilità nel momento dell’atterraggio, assistere le virate e rallentare. Si può immaginare che si chiamino così perché in qualche modo “rovinano”, alterano il profilo aerodinamico del veicolo o del velivolo.
Hai quindici anni, è estate, stai leggendo il Conte di Montecristo in santa pace. Il romanzo ti è completamente nuovo, non ne hai mai visto film, né fumetti, né balletti interpretativi. Entra nella stanza tuo padre: “Uh, stai leggendo il conte di Montecristo? Sei già arrivato a quando Mercedes censura censura?” Ti metti a piangere. Non c’eri arrivato. Si può uccidere, per uno spoiler così.
Lo spoiler è quella rivelazione sbadata, quell’articolo, quel video in cui punti salienti di una storia vengono brutalmente squadernati a chi ancora non li conosceva. Distrugge i colpi di scena, rintuzza le svolte inaspettate, fa saltare il calcolato congegno della trama come un grosso petardo nell’orologio a cucù.
Non ha quel valore positivo dell’anticipazione, che ha tutta l’aria di essere un aperitivo per stuzzicare l’appetito, né ha la grazia solenne dello svelare, o del rivelare. Lo spoiler rovina, senza dubbi di sfumatura, e col suo suono a sbuffo, vivacemente descrittivo, è diventato una parola irrinunciabile.
Così si farà uno spoiler quando scapperà detto che l’assassino è il maggiordomo, se l’eroe alla fine ce la farà, o se la storia d’amore andrà a finir male. Da notare come sia norma buona e usuale, in rete, avvertire dell’eventualità di uno spoiler, ad esempio in principio di un articolo di critica a un film. La fruizione naturale di una narrazione è un bene molto sentito.
Gli spoiler sono poi, in aerodinamica, alettoni che deflettono l’aria: posti sulle auto fanno sì che il flusso d’aria, in corsa, le schiacci a terra, migliorandone l’aderenza col suolo; posti sulle ali degli aerei permettono di dare stabilità nel momento dell’atterraggio, assistere le virate e rallentare. Si può immaginare che si chiamino così perché in qualche modo “rovinano”, alterano il profilo aerodinamico del veicolo o del velivolo.