Distopia

di-sto-pì-a

Significato Contrario di utopia, realtà massimamente indesiderabile

Etimologia termine creato con elementi greci, derivato di utopia letteralmente ‘non luogo’, con mutazione del prefisso u- ‘non’ in dis- ‘cattivo’ (mentre topia è ‘luogo’).

La distopia si trova in grandissimi esempi di opere letterarie e cinematografiche di ambientazione fantascientifica, anche di alta caratura, in cui la narrazione ha luogo in un contesto distopico. Questa parola, col suo significato di realtà massimamente spiacevole, può indicare un largo spettro di realtà: infatti l’etimologia di distopia ci parla in genere di un ‘luogo cattivo’.

Però spesso e volentieri la distopia immaginata si concretizza in uno Stato totalitario fortemente gerarchico, guidato da un leader carismatico vero o fittizio, che con pugno reazionario non tollera dissidenti né pensiero indipendente, e che si afferma tramite un progressivo e costante plagio mentale dei cittadini.

Fra gli esempi più importanti di distopia, fra le maggiori opere della letteratura che si basano su ambientazioni distopiche possiamo trovare, a braccio: ‘1984’ di Orwell, ‘Farenheit 451’ di Bradbury, ‘Il mondo nuovo’ di Huxley e una gran parte dei libri di Stefano Benni; fra i film distopici possiamo trovare ‘Metropolis’ di Lang, ‘Arancia Meccanica’ di Kubrik, ‘Blade Runner’ di Scott, i ‘Matrix’ delle Wachowski. Ma le liste sono sterminate.

Dopotutto, la ragione dell’importanza e del carisma delle opere sulla distopia, che sfruttano l’ambientazione distopica, è semplice: sta nel potere che ci danno di raffrontarle alla realtà, vedendo meglio che cosa c’è di buio da illuminare. E dire che è un termine attestato solo dalla fine degli anni ‘90!

Parola pubblicata il 22 Gennaio 2011